Capita, a volte, di vedere un progetto che nasce e di sentirlo vicino, di riconoscersi in esso. A noi è successo leggendo il manifesto del nuovo mensile di Emergency, che uscirà nelle edicole il 6 aprile. L’associazione la conosciamo bene, ha avuto momenti di grande esposizione mediatica, e nel corso degli anni ha tenuto fede ai propri impegni nel cercare di costruire un mondo migliore, affrontando il rischio quotidiano di operare in zone di guerra.
Come si può dire per Avis, sarebbe bello che neanche di Emergency ci fosse bisogno. Saremmo in un mondo in cui regna la pace tra i popoli, e si può convivere risolvendo i problemi senza ricorrere alle bombe e ai fucili (che poi, tanto, mica risolvono nulla). «Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica». Così inizia il manifesto della rivista – e spicca il parallelo con l’articolo 2 dello Statuto Avis – che prosegue: «Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un’equa distribuzione delle risorse». Verrebbe voglia di riportarlo tutto, perché non possiamo che sottoscriverlo dalla prima all’ultima riga. E se poi andiamo a leggere sul sito le parole di Gino Strada, direttore esecutivo di Emergency, nella chiacchierata con Gianni Mura, che sarà il direttore del mensile, ritroviamo le stesse motivazioni che hanno spinto noi di Avis Legnano, con risorse e investimenti nettamente inferiori, com’è ovvio, ad aprire questo blog: «La rabbia, la delusione, il vedere lo schifo che è l’Italia, la voglia di reagire, la voglia di avere qualche piccolo sogno, qualche speranza piccola piccola, alle cose grosse ormai non credo più. Almeno, smettere di essere inerti». E poi proseguono a ruota libera, i due, nell’immaginare un giornale bello, utile, intelligente. La loro sensibilità è anche la nostra, anche quando rilevano le brutture del nostro Paese: «Nei confronti dei valori, come l’onestà, c’è stata la stagione dell’indifferenza, ma adesso siamo all’irrisione aperta. “Guarda quello lì, crede nell’onestà: bel pirla”». Evidentemente, tra pirla ci si intende.
Facciamo un grande in bocca al lupo a questa iniziativa editoriale, che tra i suoi meriti avrà quello di farci tornare in edicola, sfidando la crisi di lungo corso del mercato editoriale. Sicuri che lo sarà, auguriamo alla redazione buon lavoro.