I broccoli contengono una sostanza che da anni è al centro dell’interesse di alcuni ricercatori per le sue proprietà nella cura di alcuni tumori. Ne scrive l’oncologo Lucio Luzzatto in un articolo uscito sulla Domenica del Sole 24 Ore, di cui riportiamo un breve estratto.
Non dimenticherò mai una signora in cura al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center a New York per un grave tipo di tumore. Prese atto della situazione in modo razionale, e voleva capire bene le opzioni terapeutiche disponibili, ma poi esclamò: «Come è possibile che sia capitato a me questo tumore, dopo che per tutta la vita ho mangiato un piatto di broccoli ogni giorno». Prevenire il cancro è il sogno di noi tutti; e che la dieta possa influire sul rischio del cancro è dimostrato: per esempio, c’è un rapporto inverso tra la frequenza del cancro del colon e la quantità di fibre vegetali nella dieta; tuttavia, il cancro del colon può svilupparsi anche in chi ingerisce il massimo di fibre. Tra tutti i vegetali i broccoli sono i più studiati, nell’intento di trovare in essi sostanze che possano contrastare o prevenire il cancro: ma bisogna ammettere che molti di questi studi sono stati nel settore della softscience, noi diremmo della ricerca un po’ all’acqua di rose.
Ogni tumore è dovuto a una serie di mutazioni (la stima per molti tipi di tumore è di 3 mutazioni) che avvengono in una cellula normale, per errore nella replicazione del DNA o per effetto di agenti esterni detti mutageni. Nei tessuti normali la divisione cellulare è un processo finemente regolato da numerosi geni; la caratteristica essenziale di qualsiasi tumore, potremmo dire quella che lo definisce, è un grave turbamento di questo processo, per cui la crescita diviene sregolata o incontrollata.
In prima approssimazione possiamo individuare due tipi di geni implicati. I geni del primo tipo (oncogèni) favoriscono la crescita, ed una mutazione in uno di loro può causare crescita eccessiva; i geni del secondo tipo (onco-soppressori) controllano la crescita, ed una mutazione può rimuovere il controllo. Usando un paragone un po’ grossolano tra la crescita cellulare e un’auto in corsa, possiamo dire che la mutazione di un oncogène è come premere sull’acceleratore, mentre la mutazione di un onco-soppressore è come togliere un freno. In entrambi i casi, si può perdere il controllo dell’auto – o della crescita cellulare, come avviene nel tumore.