Trattando di temi delicati, come lo è la salute dei bambini, è sempre meglio andare cauti con gli annunci, per evitare di alimentare quelle che potrebbero rivelarsi false speranze. Ma la notizia non può passare sotto silenzio, dato che sembra che un gruppo di ricerca sia sulla strada giusta per arrivare a isolare il vaccino contro una delle malattie che ancora fanno più morti al mondo, soprattutto tra i più piccoli: la malaria. La sperimentazione coinvolge 15.460 bambini in sette Paesi africani, e le analisi riguardano i dati raccolti a un anno dalla somministrazione. «Potremmo arrivare a ottenere quello che sarebbe il primo vaccino contro la malaria per i bambini africani», ha detto Mary Hamel, membro del gruppo di ricerca, aggiungendo che se i progressi continueranno con la stessa costanza, il vaccino potrebbe entrare in uso entro il 2015. «Anche solo un livello di efficienza del 50 per cento, sarebbe sufficiente a salvare centinaia di migliaia di vite umane», ha aggiunto. E al momento i risultati sulla prima parte del campione (6mila bambini tra i cinque e i 17 mesi) sono incoraggianti (qui la relazione completa), visto che il farmaco riduce il rischio di sviluppare i sintomi clinici della malaria nel 56 per cento dei casi, e la possibilità di sviluppare forme gravi della malattia nel 47 per cento. Si attendono per il 2014 i risultati relativi alla restante parte del campione, i bambini tra le sei e le dodici settimane.
Il vaccino si chiama RTS,S e la ricerca è stata finanziata da GlaxoSmithKline (Gsk) e dal PATH Malaria Vaccine Initiative (Mvi), insieme ad alcuni centri di ricerca africani. Tra i promotori anche la Bill & Melinda Gates Foundation, dalla cui sede a Seattle è stato dato l’annuncio, proprio dall’ex presidente e fondatore di Microsoft, che ha commentato così: «Un vaccino è il modo più semplice e meno costoso di salvare vite. Questi risultati dimostrano che il lavoro congiunto di più centri di ricerca all’avanguardia possa aiutare milioni di bambini a salvarsi da questa terribile malattia». Il vaccino, se approvato dalle autorità e raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, potrebbe essere usato al fianco di altre misure già diffuse, come le zanzariere intrise di insetticida, utilizzate dal 75 per cento delle famiglie dei piccoli pazienti sottoposti alla sperimentazione. Questo farmaco potrebbe dunque costituire una risorsa importantissima per i bambini africani. «Dopo aver lavorato nel campo della ricerca relativa alla cura di questa patologia per oltre 25 anni, posso attestarne tutte le difficoltà –ha dichiarato Tsiri Agbenyega, rettore del College of Health Sciences alla Kwame Nkrumah University of Science and Technology (Knust) di Kumasi e ricercatore che ha lavorato allo studio-. Purtroppo, molti si sono rassegnati all’idea che poco si possa fare contro la malaria, quantomeno in Africa. Ma non è così: speriamo che questi risultati possano rinnovare l’interesse della comunità internazionale e che possano riportare in tutti la speranza che un giorno la malaria possa essere debellata».