Ripensare le proprie opinioni, cambiare idea quando i fatti ci contraddicono o qualcuno propone un argomento più solido del precedente, può migliorare le nostre vite, rendendoci meno ansiosi e più felici.
C’è ormai un ampio corpus di testi ed esperimenti che conferma questo assunto (ma se ne trovate di altrettanto validi saremo felici di cambiare idea), come spiega Arthur Brooks sull’Atlantic. Quando abbiamo una posizione su un certo tema e veniamo contraddetti, in genere tendiamo a opporre resistenza. Si tratta di un’azione faticosa e spesso controproducente, ma fa parte dei nostri meccanismi psicologici al punto che ci è difficile sfuggirne. Il nostro cervello tende a dirci “hai ragione tu, lascia perdere le prove contrarie”, per vari motivi: per il pregiudizio di conferma (o confirmation bias, per cui ricordiamo meglio e ci concentriamo di più sulle informazioni che rafforzano le nostre convinzioni), l’ancoraggio (o anchoring bias, per cui ci affidiamo più del dovuto a una singola informazione, spesso la prima in cui ci siamo imbattuti), l’illusione di validità (per cui sopravvalutiamo l’accuratezza nei nostri stessi giudizi e percezioni), e molti altri pregiudizi a cui siamo tutti in qualche misura soggetti.
Aggrapparsi troppo alle proprie convinzioni può avere costi enormi. Ne sanno qualcosa i vari leader che tendono a circondarsi di yes-men, ossia di collaboratori che non li contraddicono mai, il che li porta spesso a commettere errori enormi (e talvolta catastrofici).
Se il nostro scopo è avvicinarci alla verità, ammettere che abbiamo torto e cambiare idea sulla base di nuovi fatti non può che renderci migliori. La parola chiave, secondo diversi studi (ma anche secondo un pensiero filosofico che risale almeno a Sant’Agostino) è umiltà. In uno studio realizzato nel 2016 in cui si valutava l’apertura dei partecipanti a consigli, la loro onestà rispetto ai propri punti di forza e di debolezza e la loro partecipazione ai successi degli amici, è stata osservata una correlazione inversa tra umiltà e depressione/ansia, e una correlazione diretta tra umiltà e felicità/soddisfazione nella vita. Inoltre, l’umiltà aiuta ad attutire l’impatto di eventi stressanti che possono capitare nella vita.
Da dove cominciare?
Brooks fornisce quattro consigli per cominciare. L’obiettivo ovviamente non è arrivare a ritrattare le proprie convinzioni in continuazione, ma predisporsi a un atteggiamento più aperto al cambiamento.
- Mettere a tacere l’anacoreta. L’eremita che è in noi tende a opporsi al fatto di cambiare idea, perché teme che cedendo apparirebbe stupido o incompetente. Egli cercherà di farci combattere fino allo stremo anche per l’idea più stramba. Il risultato sarà apparire molto più stupidi e incompetenti di quanto non dimostreremmo di essere riconoscendo l’errore. Se siamo nel torto, il modo migliore di salvare la faccia è ammetterlo.
- Accogli la contraddizione. Se ci rendiamo conto di essere sulla difensiva perché le nostre idee sono state messe in discussione, possiamo provare a respingere attivamente questo istinto e aprirci di più. Quando qualcuno ci dice “Ti sbagli”, invece di irrigidirci, possiamo rispondere chiedendo maggiori spiegazioni. Come detto sopra, molto meglio circondarsi di amici che mettono alla prova le nostre convinzioni (e le cui convinzioni, a nostra volta, noi mettiamo alla prova), piuttosto che di persone che la pensano come noi in tutto.
- Non lasciare traccia di tutte le tue convinzioni. Dato che tutto ciò che viene pubblicato online resta liberamente accessibile potenzialmente per sempre, diventa molto difficile cambiare idea (magari su un tema controverso) senza esporsi alle critiche. La soluzione è molto semplice: tenersi alla larga dai social network. Molto meglio condividere le proprie opinioni con persone che conosciamo e in cui abbiamo fiducia, piuttosto che con sconosciuti o semi-sconosciuti su Twitter e Facebook.
- Inizia con poco. La ricerca sul perseguimento di obiettivi mostra chiaramente che cominciare ponendosi piccoli traguardi ci insegna a realizzare cambiamenti o rompere cattive abitudini. Una volta iniziato il percorso, si può ingrandire la scala e avventurarsi su questioni sempre più impegnative e che ci coinvolgono in maniera più profonda.
(Foto di Anemone123 su Pixabay)
Noi ci siamo
Quando è nata Avis Legnano i film erano muti, l’Italia era una monarchia e avere una radio voleva dire essere all’avanguardia. Da allora il mondo è cambiato, ma noi ci siamo sempre.