L’ultima campagna Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) ha fatto molto parlare di sé per la scelta della testimonial (la cantante Anna Tatangelo) e per il fatto che questa appare nuda e in una posa piuttosto sensuale. La polemica che si è innescata non deve però distrarre dal fatto che si è da poco inaugurato l’ottobre rosa, ossia il mese in cui sarà possibile effettuare visite gratuite nei numerosi spazi di prevenzione sparsi per il territorio. In particolare, la sezione milanese della lega quest’anno amplierà il proprio impegno di sensibilizzazione visitando le università, in modo da intercettare un pubblico più giovane: «In considerazione dell’aumentata incidenza del carcinoma mammario nella fascia giovanile – si legge sul sito –, quest’anno abbiamo pensato di rivolgerci anche alle nuove generazioni. La nostra associazione ha, quindi, scelto di essere presente nei principali atenei milanesi per offrire alle studentesse la possibilità di sottoporsi a visite gratuite al seno e ricevere importanti consigli sugli stili di vita da seguire per ridurre le possibilità di sviluppare un cancro nel futuro».

La patologia ha un’incidenza crescente tra le donne, ma negli ultimi anni molto lavoro è stato fatto (anche grazie ad associazioni come Lilt e Airc) per favorire una corretta informazione sul problema, aumentando così il numero di casi in cui si riesce a diagnosticare in tempo il tumore e abbassando il tasso di mortalità a esso legato. «Si stima che in Italia siano circa 48mila i nuovi casi annui di cancro della mammella – scrive Lilt in un comunicato –. L’aumento dell’incidenza del tumore al seno è stata pari ad oltre il 15 per cento negli ultimi sette anni. In particolare, è stato registrato un incremento, in età compresa tra i 25 e i 50 anni, di circa il 30 per cento. Si tratta di una fascia di età oggi “esclusa” dal programma di screening previsto dal Servizio sanitario nazionale, riservato alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. È anche per tali ragioni che la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, con la “campagna Nastro Rosa”, cura e promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita, affinché tutte le donne si sottopongano a visite senologiche periodiche, consigliando loro – a partire dai 40 anni di età – di effettuare regolari controlli diagnostici clinico-strumentali. Oggi, la guaribilità del cancro del seno si è attestata intorno all’80-85 per cento».

La prevenzione è un aspetto cruciale per scongiurare il degenerare della patologia e, se da un lato si è fatto molto per le donne di età compresa tra i 50 e i 70 anni, statisticamente più colpite, adesso l’obiettivo è aumentare lo screening anche per quelle più giovani. «Purtroppo – ha spiegato l’oncologo Marco Alloisio, presidente di Lilt Milano – i dati epidemiologici ci dicono che vi è un aumento statisticamente significativo di incidenza di tumore al seno nelle giovani donne di età compresa fra i 40 e i 47 anni, fascia di età di donne attualmente non sottoposte allo screening. È su questo gruppo di soggetti che dovremo concentrare risorse atte ad anticipare l’età dello screening come raccomandato dalla Acs (American Cancer Society)».

Durante tutto ottobre saranno quindi a disposizione i circa 400 punti di prevenzione Lilt per informazioni, distribuzione di dépliant, visite senologiche e controlli diagnostici clinico-strumentali. Segnaliamo che per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio Lilt più vicino si può chiamare il numero verde 800 998877, oppure consultare i siti web www.lilt.it e la pagina Facebook “Lilt Nazionale”. Per il presidente Lilt, Francesco Schittulli, l’attuale 80 per cento di possibilità di guarigione è una soglia da lasciare presto alle spalle: «Ove, poi, tutte le donne dopo i 40 anni effettuassero ogni anno visita senologica, ecografia, mammografia e risonanza magnetica laddove occorra, potremmo arrivare addirittura ad oltre 90 per cento di guarigioni. Diagnosticare un tumore quando è ancora piccolissimo ci consente di vincere la battaglia, e il nostro obiettivo è mortalità zero per il cancro al seno».

Per quanto riguarda la campagna in sé, ci permettiamo di dire che effettivamente la strategia seguita dall’associazione è opinabile, non tanto per l’utilizzo di una donna (e della rappresentazione del suo corpo) come testimonial, quanto per la carica di sensualità che la foto utilizzata esprime, effettivamente fuori luogo visto che il messaggio è rivolto a donne in età matura. Una lettera a più mani ha riassunto lo sdegno provato anche da donne che hanno dovuto purtroppo fare i conti con la malattia e si sono sentite offese dal tipo di immagine utilizzata: «Per l’anno in corso – denunciano in una lettera –, invece, la campagna punta ad offrire un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia, utilizzando in maniera pretestuosa l’invito a “fare prevenzione”, espressione ambigua con la quale ci si riferisce comunemente all’adesione ai programmi di screening per la diagnosi precoce del cancro al seno attraverso mammografia».

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