La pandemia di coronavirus che il mondo sta affrontando ha portato alla decisione dell’Unione europea di allocare una considerevole quantità di risorse a favore di interventi strutturali nelle economie e società degli Stati membri. Tra questi l’Italia che, com’è noto, ha pagato (e sta pagando) un prezzo sociale ed economico molto alto a causa della pandemia e del conseguente periodo di lockdown imposto dal governo. Sarà importante dunque non sbagliare nell’allocare tali risorse, secondo un piano coerente e unitario che metta al primo posto le priorità del paese, e non ceda alle pressioni di questa o quella particolare categoria per questioni di mero consenso elettorale.

Un piano unitario

Com’è purtroppo uso fare nella politica del nostro paese, in molti hanno parlato in ordine sparso promettendo qualsiasi tipo di intervento, riducendo il dibattito a una serie di annunci e dichiarazioni che poco hanno a che fare con la realtà. «Assistiamo a un irresponsabile festival delle promesse – fa notare Ferruccio De Bortoli sul Corriere – secondo il quale tutto si può fare con i 209 miliardi che spettano all’Italia nell’ambito del Recovery and Resilience Facility, strumento principale del programma Next Generation Eu. Dalla riduzione delle tasse per imprese e famiglie, alla fiscalità di vantaggio per il Sud, al ponte o al tunnel di Messina, al finanziamento del Family Act, alla ricostruzione di Amatrice e via di seguito. E poi ci sono le Regioni e i Comuni, alcuni dei quali vorrebbero che la “torta” o il “tesoretto” (parole fuori luogo) si distribuisse in parti proporzionali. Un po’ a tutti». Bisogna stare attenti al problema della frammentazione: il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha detto che sono già stati presentati 534 progetti da ministeri e amministrazioni per l’utilizzo di quelle risorse. Di certo non si potrà presentare alla Commissione europea un mosaico di progetti: bisogna elaborare un piano unitario, e il tempo è poco. Come ha spiegato Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’economia, la prima bozza è attesa per metà ottobre.

Quali priorità

Il Recovery Fund è inteso non solo per affrontare questioni emergenziali, bensì per risolvere aspetti strutturali che impediscono all’Italia di raggiungere un pieno sviluppo. Una delle “raccomandazioni Paese” rivolte al nostro paese è «la richiesta di ridurre i tempi lunghissimi della giustizia civile. Il documento sottolineava che “la scarsa efficienza del sistema giudiziario continua a destare preoccupazione”. Per la Commissione, “rimane ancora margine per limitare gli abusi del processo e garantire un funzionamento più efficiente dei tribunali”». Inoltre, una grossa fetta delle risorse (almeno il 35 per cento) dovrà essere impiegata per garantire una “transizione ambientale” dell’economia, in accordo con l’obiettivo europeo di raggiungere la neutralità delle emissioni che alterano il clima entro il 2050. Il sito web della campagna Sbilanciamoci! propone il documento diffuso da 29 esperti di Mezzogiorno. Al punto 7 si legge che «Il Sud deve avere un ruolo molto importante nel Piano di Rilancio, coerentemente con gli scenari del Piano Sud 2030. Non solo per motivi di equità, ma anche perché è la riserva di crescita dell’Italia, perché dispone delle maggiori quantità di risorse inutilizzate, in particolare umane; che oggi non producono valore per la comunità nazionale». Al punto 11 gli autori del documento centrano un punto importante, che riguarda il rapporto centro-periferia nella fase decisionale, più che quello Nord-Sud: «È un problema di governance. Occorrono scelte chiare e precise, sugli obiettivi e sulla “missione” del Piano. Ed è indispensabile rafforzare un governo centrale della sua attuazione: l’interfaccia con l’UE, le Regioni e le autonomie locali, con il Parlamento; anche potenziando le attuali strutture di coordinamento (come le Conferenze), con le rappresentanze delle forze sociali e del privato sociale. Passando dalla logica della mera distribuzione di risorse ai singoli attori e livelli istituzionali ad un processo in cui ciascuno ha obiettivi e tempi chiari».

(Foto di Markus Spiske su Unsplash)