Quando si parla di socialità, la prima cosa che viene in mente è che viviamo in un’epoca in cui gli strumenti di comunicazione non mancano. Anzi, probabilmente non ce ne sono mai stati così tanti come adesso. Eppure, per tante persone connettersi con gli altri, coltivare ed estendere la propria rete di amicizie, non è per niente facile.
Come si legge nella newsletter Well del New York Times, «la tentazione di rimanere a casa piuttosto che socializzare può essere forte». L’idea di interagire con altre persone appare più faticosa, mentre la calda accoglienza del divano e dell’ultima serie Netflix offrono un sostegno rassicurante alle nostre ansie sociali.
Spesso però, secondo Bob Waldinger, professore di psichiatria alla Harvard Medical School, interagire con altre persone «migliora il nostro umore e ci rende più felici di quanto ci aspettiamo. Uscire e stare con altre persone comporta un rischio, di solito piccolo, ma offre la possibilità di incontri stimolanti, interessanti o semplicemente divertenti».
La newsletter del Times sta proponendo ai lettori una “Happiness Challenge”, che prevede una serie di sfide per essere ogni giorno “un po’ più felici”. L’esercizio proposto rispetto alla socialità consiste nel programmare e mettere in calendario qualcosa di molto semplice: una passeggiata con un vecchio/a amico/a che non vedete mai, un pranzo con l’ex collega che avete perso di vista, un caffè con la persona con cui vorreste approfondire la conoscenza.
Il consiglio degli esperti sentiti dal Times è di iniziare da piccoli obiettivi. Invece di impegnarvi ad andare a una festa e starci per delle ore, datevi un limite di mezz’ora, o ripromettetevi di chiacchierare con tre persone. E ovviamente non dev’essere per forza una festa. Va bene un’interazione umana di qualsiasi tipo (purché “in presenza”), specialmente se potrebbe portare a nuove occasioni di socialità in futuro.
Da dove iniziare?
Se vi mancano gli appigli per iniziare a frequentare nuove persone, il consiglio è di unirsi a un gruppo che si riunisce regolarmente. «I ricercatori chiamano propinquità la vicinanza regolare con altri esseri umani – scrive il Times – e hanno dimostrato che più propinquità abbiamo, maggiori sono le possibilità di stringere amicizia». Si può partire dalla propria comunità locale, per esempio partecipando alla gestione di un orto comunitario di quartiere, da un’associazione di volontariato o un gruppo di amanti del trekking. Essere coinvolti in diversi gruppi sociali ha dimostrato di produrre livelli di felicità maggiori nelle persone, e a quanto pare il benessere aumenta quanti più sono questi gruppi (purché non diventi un’occupazione a tempo pieno…).
Se va tutto bene con l’esercizio proposto, il Times ne propone uno aggiuntivo: se questa settimana ricevete un invito, dite di sì quando normalmente avreste detto di no.
(Foto di Alexis Brown su Unsplash)
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