Il numero di studi sul vegetarianismo e sul veganismo è cresciuto in modo esponenziale, soprattutto negli ultimi dieci anni, indicando un crescente interesse accademico per l’alimentazione a base vegetale. Come spiega una revisione sistematica e meta-analisi pubblicata su Heliyon, il primo studio in questo campo risale al 1978 e riguardava il solo vegetarianismo. La prima ricerca sul veganismo è molto più recente e risale al 2010. La ricerca in questi campi ha iniziato a crescere nel corso degli ultimi 25 anni, passando da una media di uno studio all’anni a quattro studi all’anno nel 1999, per poi superare le 10 all’anno nel 2015. Nel 2019 la media è passata da 14 a 34, raggiungendo il picco nel 2022 (ultimo anno considerato dall’analisi), con 61 studi pubblicati.

La maggior parte delle ricerche, fanno notare gli autori dell’analisi, è stata però condotta in Paesi occidentali di lingua inglese, in particolare negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Questa predominanza geografica limita la comprensione del fenomeno, poiché il consumo di cibo e le relazioni uomo-animale sono influenzate dalla cultura.

È interessante notare come lo studio del vegetarianismo e del veganismo sia stato inizialmente collegato ai diritti degli animali e all’attivismo, intendendo questi stili di vita come dichiarazioni filosofiche, etiche e politiche che sfidavano la visione antropocentrica sugli animali. Le ricerche più recenti tendono invece a concentrarsi sul rapporto tra scelte alimentari e cambiamenti di comportamento. Ciò si riflette nella scelta delle riviste in cui vengono pubblicati gli studi: attualmente Appetite, una rivista incentrata sulle scelte nutrizionali e dietetiche, è la più popolare per la pubblicazione di studi quantitativi sul vegetarismo e sul veganismo. Questo spostamento di attenzione suggerisce che le motivazioni di un’alimentazione sana e sostenibile sono diventate più importanti nella ricerca vegana e vegetariana, mentre le implicazioni etiche di questi stili di vita rispetto al consumo di animali si sono affievolite.

La ragione più frequentemente citata per lo studio del vegetarismo e del veganismo è la salute, seguita dalle preoccupazioni ambientali, dalla protezione degli animali e da fattori come la religione, la fame nel mondo, i fattori sociali e il gusto (che sono peraltro anche le stesse motivazioni principali dichiarate dai partecipanti agli studi per spiegare i cambiamenti nel loro stile di vita). La ricerca inquadra il vegetarianismo e il veganismo principalmente come una dieta, con un’attenzione minore al consumo di animali e loro derivati o alla filosofia di vita. Questa tendenza a depoliticizzare il vegetarianismo e il veganismo, in particolare il veganismo, allontana questi stili di vita dal loro scopo originario di rottura dello status quo.

Sebbene il corpus della ricerca sul vegetarianismo e sul veganismo si stia espandendo, ci sono diverse lacune nella letteratura. Mancano per esempio ricerche sul processo di transizione da uno stile di vita onnivoro a uno a base vegetale, con pochi studi che analizzano i cambiamenti di comportamento dichiarati o effettivi nel tempo. Inoltre, la ricerca tende a concentrarsi sulle motivazioni razionali e coscienti, trascurando il ruolo delle emozioni, dei sentimenti e dell’inconscio nel comportamento umano. La maggior parte degli studi si basa poi su dati autodichiarati e trasversali e utilizza tecniche statistiche descrittive e correlazionali. Sono necessari più studi longitudinali e sperimentali che utilizzino fonti di dati diverse e metodi analitici avanzati.

Infine, l’analisi sottolinea che è importante distinguere tra vegani e vegetariani quando si conduce una ricerca, in quanto i due gruppi si differenziano per comportamenti, atteggiamenti e motivazioni. Le ricerche future dovrebbero inoltre includere una gamma più diversificata di partecipanti, in particolare quelli provenienti da diversi contesti culturali e gruppi di età, per evitare potenziali pregiudizi e comprendere meglio i complessi fattori che influenzano l’adozione di stili di vita a base vegetale.

Nonostante questi limiti, il crescente numero di ricerche fornisce preziose indicazioni sulle motivazioni, le sfide e gli impatti delle diete a base vegetale. È fondamentale continuare questa ricerca, affrontando le lacune individuate e impiegando metodologie più solide, per comprendere appieno la natura sfaccettata del vegetarianismo e del veganismo.

(Foto di Miika Laaksonen su Unsplash)

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