A quattro anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, il suo impatto sul nostro stile di vita è stato in molti casi profondo e duraturo.
Nel cercare di misurare tale impatto, alcuni ricercatori si sono concentrati su come la pandemia abbia influenzato le abitudini di trasporto in Europa. Ci muoviamo in modo più ecologico e consapevole o la fine della pandemia ha provocato un rimbalzo, portandoci a viaggiare senza nemmeno porci il problema della sostenibilità?
La domanda è importante se si considera che il settore dei trasporti è attualmente responsabile di circa il 37% delle emissioni di CO2 a livello globale e la sua quota continua ad aumentare nonostante le varie misure climatiche.
Il periodo pandemico tra il 2020 e il 2022 ha fornito un grande laboratorio comportamentale per le abitudini di viaggio sostenibili, spiegano due ricercatori su The Conversation. Misure drastiche e rapide, come le serrate, la chiusura delle frontiere e l’interruzione dei trasporti pubblici, hanno determinato un forte calo delle emissioni di gas serra dovute ai viaggi di lavoro e di piacere. Molte persone si sono poi dimostrate disposte a ridurre i loro viaggi a lungo termine.
Per tracciare l’esatto impatto della pandemia Covid-19 sulle nostre abitudini di trasporto, gli studiosi hanno analizzato il consumo di carburante in Europa dopo l’abolizione delle restrizioni, includendo benzina e diesel, utilizzati principalmente per il trasporto ferroviario e stradale, e cherosene per i viaggi aerei.
Complessivamente, dopo la pandemia gli europei hanno tendenzialmente utilizzato meno la strada, ma molto più spesso l’aereo. Tuttavia, il quadro varia sostanzialmente da paese a paese. Mentre alcuni sono tornati alle abitudini di trasporto precedenti alla pandemia, altri hanno mostrato una moderata riduzione dei consumi in seguito all’abolizione delle restrizioni.
Alcuni paesi con politiche pandemiche meno severe, come Austria, Germania e Regno Unito, hanno registrato un calo significativo nell’uso di aerei e automobili che è durato anche dopo la rimozione delle restrizioni. Tuttavia, questi cambiamenti sono rimasti di piccola entità (in genere inferiori al 10%), probabilmente perché la disponibilità delle persone ad adattarsi a nuove routine non sempre corrisponde alla loro capacità di farlo.
Al contrario, altri paesi con politiche rigide, come Grecia, Portogallo, Italia e Spagna, hanno registrato un notevole effetto di rimbalzo nell’uso dell’aereo e, in misura minore, del trasporto ferroviario dopo l’abolizione delle restrizioni. Questo rimbalzo potrebbe essere dovuto non solo all’aumento del desiderio di viaggiare dei cittadini, ma anche all’attrattiva delle destinazioni mediterranee per i turisti internazionali.
L’Ungheria, la Polonia, la Lettonia e la Lituania hanno adottato misure meno severe e hanno registrato un pieno ritorno ai livelli normali di consumo di carburante. I redditi più bassi di questi paesi potrebbero spiegare in parte perché sono tornati rapidamente alla “normalità” in nome della stabilità economica.
Nel frattempo, nonostante l’attuazione di misure limitate, in Svezia, Danimarca e Cechia si è registrato un minore utilizzo dei mezzi di trasporto. I cittadini sono stati in grado di mantenere uno stile di vita quasi normale (ad esempio, lavoro da casa, esercizio fisico, stile di vita sano) senza provare un forte senso di privazione o la necessità di recuperare il tempo perduto dopo la rimozione delle restrizioni.
La Svezia aveva già una percentuale relativamente alta e crescente di lavoratori a distanza prima della pandemia. Questa tendenza ha continuato a crescere dopo la pandemia. Inoltre, dal 2010 la Svezia ha cercato di portare i suoi cittadini all’aria aperta, anche rendendo più accessibili i suoi luoghi naturali e promuovendo l’esercizio fisico all’aperto. Non è una sorpresa che in Svezia sia nata la nozione di “vergogna del volo” (flygskam), che descrive il senso di colpa per l’impronta di CO2 del volo, spingendo le persone verso altre alternative meno inquinanti.
La Danimarca continua a promuovere e investire nella bicicletta, finanziando infrastrutture per biciclette e biciclette elettriche. Inoltre, una recente indagine ha dimostrato che i residenti di Copenaghen tendono ad andare al lavoro in bicicletta più spesso rispetto a prima della pandemia.
In Cechia, i biglietti del trasporto pubblico a prezzi accessibili contribuiscono a incoraggiare opzioni di trasporto a minore intensità di CO2. La gente sembra anche apprezzare di più gli spostamenti a piedi, con un aumento del 10% degli spostamenti a piedi tra il 2016 e il 2021 a Praga.
Se vogliono rispettare gli impegni assunti in materia di clima, concludono i ricercatori, i Paesi europei devono rendere più ecologico il settore dei trasporti. I governi devono sostenere le opzioni di trasporto ecologiche, come la bicicletta e le auto elettriche, e condurre campagne di cambiamento dei comportamenti per rendere il trasporto sostenibile non solo un’opzione, ma la scelta preferita da tutti.
(Foto di Jahanzeb Ahsan su Unsplash)
Se sei arrivato fin qui
Magari ti interessa iscriverti alla nostra newsletter settimanale. Ricevereai il riepilogo delle cose che pubblichiamo sul blog, e se succede qualcosa di importante che riguarda l’associazione lo saprai prima di tutti.