![cattedrale-losanna](https://www.avis-legnano.org/blog/wp-content/uploads/2014/06/cattedrale-losanna.jpg)
Di 5 per mille parliamo spesso su ZeroNegativo, molte volte per denunciare cose che non vanno nel meccanismo di calcolo dell’ammontare da distribuire (o decurtare) al mondo del non profit, della ricerca e dello sport. Altre volte, per fortuna, ci soffermiamo sull’importante fonte di finanziamento che questo istituto, relativamente giovane, costituisce per un’associazione come la nostra. Si parla, per Avis Legnano, di un contributo di oltre 40mila euro, per il quale non possiamo che ringraziare le migliaia di persone che hanno espresso (ed esprimeranno) la propria preferenza a nostro favore nella dichiarazione dei redditi. Ogni anno pubblichiamo un articolo in cui rendiamo pubblica la destinazione di quei fondi; l’ultimo lo potete leggere qui. Si parla molto meno, ultimamente, di un altro istituto (che non è alternativo al 5 per mille, ma lo affianca), quello dell’8 per mille, da destinare allo Stato, oppure a unioni religiose.
Diversamente dal 5 per mille, le quote di 8 per mille derivanti da scelte non espresse sono comunque calcolate e distribuite proporzionalmente alle varie fedi che ne fanno richiesta. Il che comporta una certa sproporzione a favore della chiesa cattolica, che (usando un esempio relativo al redditi del 2000, dichiarati nel 2001) a fronte di 310 milioni di euro relativi a scelte effettivamente espresse dai contribuenti, si ritrova a raccogliere ulteriori 472 milioni derivanti dal meccanismo redistributivo. Anche a distanza di anni da questo esempio, le proporzioni sono più o meno le stesse, anche se la cifra complessiva per la Chiesa è aumentata fino a superare il miliardo di euro (circa l’82 per cento della “torta” con solo il 37 per cento delle firme). Crescono anche gli altri culti, a testimonianza del fatto che l’Italia è un Paese più variegato e composito di quanto si pensi, difficile da ridurre alle semplificazioni che certo giornalismo e certa politica propongono ogni giorno.
Prima tra le altre confessioni (dietro lo Stato, che ha ricevuto quasi 170 milioni di euro), la chiesa valdese, che nel 2014 – i dati sono relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2011 – riceve quasi 41 milioni di euro (più 7 per cento rispetto al 2013, per un totale di 613mila firme). Un dato interessante, che testimonia forse un apprezzamento da parte dei contribuenti per una gestione che tiene molto alla trasparenza e alla “laicità” dell’utilizzo dei fondi. La chiesa cattolica spende intorno ai 360 milioni di euro in stipendi per i suoi ministri di culto, mentre la maggior parte delle altre confessioni ha scelto di utilizzare i fondi esclusivamente per interventi sociali e umanitari. «Un risultato così consistente esprime anche il consenso di tanti contribuenti per una gestione dei fondi trasparente, aperta e laica – ha commentato il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese. Trasparente perché sui nostri siti web pubblichiamo la lista dei progetti finanziati, delle associazioni che li realizzano e delle somme attribuite. Aperta perché la maggioranza dei fondi va ad associazioni italiane e internazionali diverse dalla Chiesa valdese. Laica, infine, perché la Chiesa ha deciso di non utilizzare i fondi dell’otto per mille per finanziare gli stipendi dei pastori, le attività di evangelizzazione, il culto, la costruzione o la manutenzione delle chiese».
Di sforzi per migliorare le cose se ne fanno molti, insomma, ecco perché cogliamo l’occasione per sottolineare l’importanza di scegliere a chi destinare sia il 5, sia l’8 per mille. Ricordiamo che le percentuali in questione sono calcolate e sottratte dal gettito Irpef dovuto dal contribuente, non si tratta quindi di una quota che va in alcun modo ad intaccare quanto dovuto da quest’ultimo. In entrambi i casi, si tratta di strumenti che possono dare un segnale, indicare una scelta precisa per dire a chi gestisce i soldi pubblici come vogliamo che siano spesi.