Pochi giorni fa è stato presentato il nuovo rapporto del centro di ricerca Crea sulla sanità in Italia, che senza mezzi termini parla di un Servizio sanitario nazionale (SSN) «sull’orlo della crisi», in assenza di riforme e aumento dei finanziamenti.
Il rapporto è particolarmente importante perché si concentra sul 2022, considerato il primo anno post-pandemico, dopo un biennio di valori difficili da inquadrare in un contesto più generale, proprio a causa della presenza del Covid-19.
Come fa notare il documento fin dalle prime pagine, sembra già trascorso il momento in cui la politica si diceva intenzionata ad aumentare sensibilmente il finanziamento del servizio sanitario pubblico, a fronte degli eventi drammatici che hanno caratterizzato le fasi più acute della pandemia.
Quanto accaduto negli ultimi mesi, infatti, ha già rimesso in discussione quelle intenzioni, con la politica (e l’opinione pubblica) più concentrata a cercare di tenere sotto controllo gli effetti dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, ossia l’aumento dell’inflazione e la perdita di potere d’acquisto delle persone.
L’enorme impegno economico messo in campo a tal proposito ha ridotto sensibilmente le risorse pubbliche disponibili per altri capitoli di spesa, tra cui il settore sanitario. Questo, fa notare il Rapporto, si è ripercosso anche sul personale. Dopo averlo celebrato come la colonna che ha sorretto il sistema durante i momenti più difficili della pandemia, spesso al prezzo di stress fisici e psicologici non indifferenti, non sembra esserci molto spazio per migliorare le condizioni del comparto e creare il contesto per ampliarlo. «Il dibattito è rapidamente regredito – si legge –, concentrandosi sui danni provocati dal tetto alla spesa per il personale, rimasto in vigore dal 2010. Peraltro, le assunzioni (in deroga) fatte durante la pandemia, di cui larga parte a tempo determinato, hanno di fatto sostanzialmente compensato le fuoriuscite del personale: senza dimenticare che la vera “novità” sembra essere rappresentata dal fatto che, al fisiologico flusso dei pensionamenti, si è aggiunto quello della “fuga” dei professionisti dal SSN, alimentata dalla percezione di un diffuso disagio lavorativo, come anche dalla constatazione che le condizioni economiche (in senso lato) offerte dal SSN non sono competitive».
Un altro spunto interessante offerto dal Rapporto è quello sull’entità dei finanziamenti che si renderebbero necessari per migliorare sensibilmente il livello dei servizi offerti dal SSN. Nel documento si contesta infatti che la sola misura del rapporto tra investimenti e Prodotto interno lordo (Pil) sia un parametro di misura adeguato. Questo rende infatti il giudizio sugli investimenti dipendente esclusivamente all’andamento generale dell’economia, escludendo il contesto internazionale.
Il Rapporto propone quindi di paragonare l’andamento della spesa italiana nella sanità pubblica, oltre che rispetto al Pil, anche considerando le prestazioni di un panel di paesi europei che hanno popolazioni ed economie paragonabili a quelle italiane. «Al finanziamento della Sanità pubblica italiana mancano almeno 50 miliardi di euro (al minimo) per avere un’incidenza media sul Pil analoga agli altri paesi EU – sintetizza un comunicato di Crea –. Rispetto ai quali la spesa sanitaria del nostro Paese registra, nel 2021, una forbice del -38% circa (-12% di spesa privata e -44% circa di spesa pubblica). La spesa sanitaria dal 2000 al 2021 è cresciuta del 2,8% medio annuo, il 50% in meno che negli altri Paesi Ue di riferimento; anche durante il Covid è cresciuta meno: per recuperare il passo degli altri Paesi servirebbe, quindi, una crescita annua del finanziamento di 10 miliardi di euro per 5 anni, più quanto necessario per garantire la stessa crescita degli altri Paesi europei presi a riferimento, ovvero altri 5 miliardi di euro».
«Si tratta di una cifra sulla quale neppure può iniziare un dibattito nelle condizioni economiche attuali», aggiunge in un altro punto il Rapporto. Eppure bisogna farlo, e presto.
(Foto di Sasun Bughdaryan su Unsplash)
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