Dopo due anni di pandemia, e con una guerra in Europa che continua ormai da oltre 40 giorni, gestire la propria dieta informativa è diventato molto importante per preservare la propria integrità psicologica.

I dispositivi e le app che usiamo ogni giorno fanno di tutto per tenerci incollati allo schermo e ai loro continui aggiornamenti. Cedere a questi meccanismi significa però restare esposti a un flusso ininterrotto di notizie spesso brutte, talvolta terribili. Diventa dunque importante assecondare l’esigenza e il dovere di essere informati sui fatti principali del mondo, senza che questo metta a rischio la nostra salute mentale.

Il consiglio del ricercatore e autore Cal Newport, espresso in questo articolo e negli episodi dei suoi podcast, è di dedicare un preciso momento della giornata alle notizie. Per esempio, si può leggere una certa newsletter quotidiana ogni mattina, oppure consultare un giornale per tre quarti d’ora al giorno, o ancora ascoltare una trasmissione radiofonica o un podcast in un certo momento della giornata.

Una delle insidie del mondo digitale è che le sue risorse portano allo scrolling continuo, perché la loro caratteristica è proprio di non avere una propria finitezza. Ogni sito di notizie, social network o piattaforma è un raccoglitore di contenuti potenzialmente infiniti. Questo è un punto di forza delle nuove tecnologie da un certo punto di vista, ma è anche un pericoloso elemento di attrazione e dispersione delle energie per l’utente, che si ritrova a rimbalzare da un contenuto all’altro senza soluzione di continuità. Non è un caso che molte testate stiano investendo sempre di più sulle newsletter, che al contrario dei siti web hanno una cadenza e una lunghezza definite, dando al lettore l’idea che la propria fruizione di contenuti avrà un termine.

Non abbiamo davvero bisogno di essere aggiornati di continuo, nemmeno sugli avvenimenti più gravi (a meno che non ci siamo dentro, ovvio). Un articolo medio-lungo letto a fine giornata è molto meglio di tanti piccoli aggiornamenti fruiti durante tutta la giornata.

Più ancora del mezzo su cui informarsi, è importante selezionare le fonti. Abbiamo citato i social network: lì è più difficile controllare a quali informazioni siamo esposti, perché gli algoritmi che ne regolano il funzionamento possono decidere di promuovere un qualunque contenuto, sponsorizzato o condiviso da un nostro contatto, per il semplice motivo che sta generando molte discussioni e interazioni, a prescindere dalla sua qualità.

Molto meglio selezionare le fonti sulla base della fiducia che si accorda loro per affidabilità, precisione e professionalità. In Italia purtroppo il panorama informativo non è dei più rosei. Molte testate alternano buoni e talvolta ottimi articoli a contenuti che non sono altro che pubblicità non dichiarate degli inserzionisti o del proprio editore. La deleteria ricerca continua della reazione emotiva e del titolo a effetto tendono poi a mettere in secondo piano le informazioni che è realmente utile trasmettere al lettore. Ci sono poi giornali che propagano quotidianamente notizie false per scelta deliberata, da evitare con cura. Come lo sono, ci permettiamo di aggiungere, molti dei talk show televisivi che affollano la prima serata di molte reti nazionali. Trasmissioni che ci hanno abituato ad alti livelli di aggressività, dove è ormai normale invitare i personaggi più impresentabili e curiosi e farli dialogare con esperti dalle comprovate competenze, mettendo sullo stesso piano falsità e fatti acclarati, teorie strampalate e ragionamenti dal solido impianto logico e razionale (oltre che fattuale).

«È importante rimanere informati, impegnati e persino indignati – ha scritto Heather Kelly sul Washington Post –. Ma è anche importante prestare attenzione ai nostri limiti e alla nostra salute mentale, facendo delle pause, prestando attenzione a sintomi di burnout e fruendo delle notizie con intelligenza».

Un modo per evitare di cadere in pericolosi tunnel da “scrolling informativo compulsivo” è prendersi una pausa dalla tecnologia, e in particolare dallo smartphone. Ma non basta: perché la pausa sia efficace bisogna concentrarsi sul suo contenuto. Dirsi per esempio “non guarderò più il telefono dopo le otto di sera” non è sufficiente. Bisogna decidere cosa si farà dopo quell’ora al posto di guardare il telefono, ed è bene che si tratti di attività di qualità, come passare del tempo con la famiglia o gli amici, leggere, dedicarsi a un hobby che dia soddisfazione e richieda un certo impegno.

Ci sono diverse opzioni più o meno tecnologiche per limitare l’invadenza degli aggiornamenti continui nelle nostre vite, ma le soluzioni efficaci passano dalla scelta deliberata di farne a meno, almeno quando non ci sono davvero utili (e anzi rischiano di arrecarci un danno).

(Foto di Roman Kraft su Unsplash)

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