Gli italiani hanno vissuto con fiducia e pazienza la fase più dura del lockdown, quella che li ha tenuti in casa per quasi due mesi. Ma ora affiorano le difficoltà e le paure per il futuro.

Fiduciosi durante il lockdown

Dal 5 al 21 aprile, in pieno lockdown, l’Istat ha condotto un’analisi demoscopica tra le famiglie italiane per capire qual era lo stato d’animo diffuso. Nonostante il clima di incertezza e paura che tutti abbiamo respirato, gli italiani hanno manifestato una certa fiducia in chi ha avuto una parte più evidente nella gestione della prima parte della crisi sanitaria: «3 cittadini su 4 hanno usato parole di significato positivo per descrivere il clima familiare vissuto nella Fase 1 dell’emergenza Covid-19 – si legge nel report pubblicato dall’Istat –. Alta la fiducia espressa verso il personale medico e paramedico del Servizio Sanitario Nazionale con un punteggio medio pari a 9 (in una scala da 0 a 10) e verso la Protezione civile (8,7). Il 91,2 per cento dei cittadini ha considerato utili le regole imposte per contrastare l’evoluzione della pandemia. L’89,5 per cento ha percepito come “chiare” le indicazioni su come comportarsi per contenere il contagio». Quasi tre persone su quattro (il 72 per cento) non sono mai uscite di casa durante la giornata. Le regole imposte, per quanto stringenti, sono state giudicate utili e chiare dalla maggior parte delle persone: «La stragrande maggioranza dei cittadini (91,2 per cento) ritiene che le nuove regole imposte per contrastare l’evoluzione della pandemia siano state utili per risolvere la situazione. Come pure “chiare” sono state recepite le indicazioni su come comportarsi per contenere il contagio (89,5 per cento)». I cittadini affermano di essersi lavati le mani quasi 12 volte al giorno (una media di 11,6) in quel periodo e di avere usato in media 5,1 volte al giorno un disinfettante. Il dato la dice lunga non solo sui livelli di attenzione osservati, ma anche sullo stato d’ansia vissuto da molti: «Una quota non indifferente di persone, infatti, riferisce di aver lavato le mani almeno 20 volte nel giorno precedente l’intervista (16,5 per cento) e si arriva al 22,4 per cento tra le persone di 55-64 anni; la quota scende tra gli anziani (5,9 per cento tra le persone di 75 anni e piu?) e nel Mezzogiorno (12,2 per cento)». I problemi nell’acquisto delle mascherine sono stati diversi lungo il territorio: «La percentuale di quanti non hanno trovato le mascherine varia nelle diverse aree del Paese, e? pari al 20,9 per cento nella zona rossa, passa al 30,7 per cento nelle altre aree del Centro-nord e al 40,9 per cento nelle aree del Mezzogiorno». Questo vuol dire che dove c’era maggiormente bisogno di mascherine queste erano anche più disponibili. Ma la percentuale indica che, anche nei casi migliori, in media una persona su cinque si è trovata in difficoltà a reperirle, che è una quota comunque preoccupante in un momento di emergenza. A dispetto dell’insistenza dei media sul mancato rispetto delle misure di sicurezza, il 90,1 per cento di coloro che sono usciti il giorno prima della compilazione del questionario ha riferito che la distanza di un metro e? stata rispettata, ad esempio, al supermercato.

Paure e difficoltà

L’indagine Nomisma 2020 sulla situazione delle famiglie italiane dipinge però un quadro diverso. Superate le difficoltà del momento, subentrano le conseguenze economiche e sociali dell’isolamento forzato. Un parametro su tutti è quello relativo al pagamento delle rate dei mutui: «Se prima della pandemia aveva problemi con le rate circa il 4,1 per cento delle famiglie ora il dato sale all’11,9 per cento», riporta Redattore Sociale. «Il 28,8 per cento del campione di famiglie intervistate dichiara di non riuscire a risparmiare, il 41,8 per cento di avere una situazione stabile, il 12,9 per cento di essere in condizione di aumentare la propria capacità di risparmio e il 16,5 per cento di diminuirla». Sulla percezione del futuro si affiancano diverse sensibilità: «Il 31,8 per cento ritiene infatti che probabilmente avrà problemi economici (sono circa 8,1 milioni di famiglie) e il 29,8 per cento è sicuro che andrà incontro a difficoltà (7,7 milioni di famiglie). Più ottimiste il 21,9 per cento delle famiglie intervistate (sono 5,6 milioni di famiglie resilienti) che pensa di non subire nei prossimi mesi particolari contraccolpi mentre il 16,4 per cento (circa 4,1 milioni famiglie forti) è sicuro sulla tenuta del proprio bilancio». Ma secondo le stime di Nomisma sono visioni fin troppo ottimistiche: si calcola che oltre 4 milioni di famiglie potrebbero essersi illuse di essere resilienti alla crisi, senza in realtà avere gli strumenti e la stabilità necessari. L’indagine conferma che tra le categorie in cui gli italiani hanno più fiducia ci sono medici e infermieri (voto 8,2 su una scala da 0 a 10), seguiti dal volontariato (7,8) e dagli insegnanti (6,5).

(Foto di Isai Ramos su Unsplash)