La settimana scorsa la top model Elle Macpherson ha rivelato in un’intervista al settimanale australiano Women’s Weekly che sette anni fa le era stato diagnosticato un cancro al seno.
I media di tutto il mondo hanno detto che la Macpherson aveva rifiutato alcuni trattamenti “convenzionali” per il tipo di cancro al seno che aveva rivelato, noto come carcinoma intraduttale recettivo agli estrogeni HER2-positivo.
Non è la prima volta che vediamo storie di celebrità potenti sul cancro che hanno il potenziale di influenzare la narrazione della salute pubblica, e in certi casi questo è avvenuto.
Per esempio, fanno notare alcune ricercatrici in un articolo su The Conversation, dopo che la cantante Kylie Minogue ha annunciato la sua diagnosi di cancro al seno nel 2005, c’è stato un aumento senza precedenti delle prenotazioni per la mammografia.
L’articolo dell’attrice Angelina Jolie sul New York Times nel 2013 sulla sua doppia mastectomia preventiva per il cancro al seno può aver inavvertitamente alimentato un eccesso di test tra le donne non ad alto rischio.
E quando nel 2016 l’attore Ben Stiller ha annunciato che il test dell’antigene prostatico specifico (PSA) effettuato alla fine dei 40 anni gli aveva salvato la vita, ciò avveniva in contraddizione con le linee guida internazionali sullo screening, che raccomandano agli uomini sotto i 55 anni di non utilizzare il test del PSA perché c’è l’alto rischio di falsi positivi.
Organizzazioni come Breast Cancer Network Australia hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche, preoccupate che i commenti della Macpherson possano incoraggiare un approccio al trattamento dei tumori al seno invasivi che includa l’uso di prodotti e interventi di “benessere” non basati sulle evidenze scientifiche.
Ma la copertura mediatica della situazione di Macpherson non ha tenuto conto di un’informazione fondamentale: il suo cancro al seno non è invasivo. Il tipo di cancro al seno che ha rivelato, spiegano le ricercatrici, si differenzia da quello invasivo in quanto le lesioni sono contenute e non si sono diffuse. I trattamenti per i due tipi di cancro al seno sono diversi.
In realtà, sembra che Macpherson abbia seguito i trattamenti raccomandati per la sua patologia, sottoponendosi a un intervento chirurgico. Le linee guida raccomandano alle pazienti di valutare i possibili benefici e rischi di trattamenti aggiuntivi che, a quanto dice Macpherson, il medico le ha proposto: mastectomia, radioterapia, chemioterapia e terapia ormonale. Insieme all’équipe curante, ogni paziente può decidere se uno di questi trattamenti aggiuntivi è adatto alla sua situazione individuale. Quindi, la decisione di Macpherson di rifiutare i trattamenti aggiuntivi potrebbe essere stata ragionevole.
È bene, sottolineano le autrici, diffidare delle narrazioni semplicistiche sulle disavventure delle celebrità nel mondo del cancro, che non raccontano necessariamente l’intera storia. Tale scetticismo dovrebbe includere le narrazioni sul “benessere”, poiché possono portare a scelte terapeutiche non basate su dati scientifici, che portano le persone a sprecare denaro e possono causare danni alla loro salute.
Una diagnosi di tumore al seno può suscitare una marea di emozioni diverse e pone la donna di fronte a molte incertezze, tra cui l’efficacia dei trattamenti, i loro potenziali effetti collaterali e l’impatto a lungo termine.
L’articolo si conclude con una serie di domande che le donne possono porre ai loro medici curanti, tra cui: quali sono le mie opzioni? Quali sono i possibili benefici e danni di queste opzioni? Quanto è probabile che ciascuno di questi benefici e danni si verifichi nel mio caso?
(Foto di Victoria Strukovskaya su Unsplash)
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