L’editoria è stata tra i settori più colpiti dalla pandemia. I lockdown decisi per contrastare la diffusione del SARS-CoV-2 ne hanno imposto la chiusura per diverse settimane, in un momento in cui per contro le persone avevano più tempo libero del solito per leggere, essendo per la maggior parte chiuse in casa. Se diverse librerie indipendenti hanno reagito attivando sistemi di consegna a domicilio che le ha aiutate a superare le difficoltà (e forse addirittura stringere un rapporto più stretto con i propri acquirenti), non c’è dubbio che abbiano perso terreno a favore dei servizi online.
Il dato emerge con chiarezza da un rapporto dell’Associazione italiana editori (AIE) presentato durante il Salone del libro di Torino. Se nei primi quattro mesi del 2019 le librerie online coprivano il 27 per cento delle vendite, il dato è salito al 43 per cento nel 2020 e al 45 per cento nel 2021. La tendenza sembra però essersi interrotta, e nel 2022 il dato è tornato in linea con quello del 2020. Le librerie fisiche, dopo essere scese dal 65,9 per cento del 2019 al 49,6 per cento del 2021, quest’anno hanno invertito la tendenza risalendo al 52,4 per cento.
In generale i segnali sono buoni se confrontati con quelli del 2019, l’ultimo anno pre-pandemia, meno buoni se confrontati con l’anno scorso. Gli italiani nei primi quattro mesi del 2022 hanno speso 65 milioni di euro in più e comprato 5 milioni di copie in più rispetto a tre anni fa. I numeri però sono in calo rispetto allo scorso anno, e questo potrebbe essere legato al calo dell’indice di fiducia calcolato dall’Istat ogni anno, sceso da 117,7 punti di dicembre 2021 ai 100 di aprile 2022.
L’inflazione di questi ultimi mesi, altro probabile motivo di calo delle vendite nell’ultimo periodo, sta colpendo anche il settore della carta, con il costo della materia prima salito di oltre la metà in un anno. Dopo anni in cui i prezzi erano rimasti più o meno stabili, l’indice dei prezzi al consumo di Istat parla di un +6,7 per cento ad aprile 2022 rispetto all’anno prima.
Rispetto al 2019 sono cresciuti più o meno tutti i generi, ma la performance più notevole è quella dei fumetti, che da 9,3 milioni di euro nel 2019 sono passati a 31,3 milioni di euro nel 2022, con una crescita del 237 per cento. Un formato al quale gli italiani sono sempre più affezionati è quello degli audiolibri, che nel 2021 sono cresciuti sia rispetto al 2019 che al 2020 (+21,2 per cento e +9,3 per cento rispettivamente).
«L’esplosione della vendita di fumetti ha un peso rilevante nell’andamento del mercato – si legge sul sito dell’AIE -: senza di questi la flessione del mercato rispetto al 2021 sarebbe del 5,3 per cento e non del 3,7 per cento. Rispetto al 2019 pre-pandemia, senza i fumetti la crescita complessiva del mercato sarebbe stata del 10,8 per cento e non del 16 per cento».
(Foto di John Michael Thomson su Unsplash)
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