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Nel corso delle ultime cinque elezioni del Parlamento europeo, la partecipazione e le preferenze dei giovani sono cambiate in modo significativo in risposta a vari fattori socio-economici, politici e culturali. Sebbene il sostegno all’estrema destra sia in aumento tra le giovani generazioni, questa tendenza rimane, per il momento, ai margini della politica europea.

In realtà, i giovani dell’Unione europea mostrano un interesse generale crescente per le questioni politiche e sociali che riguardano direttamente il loro futuro. Come spiega un articolo su The Conversation, tra le principali preoccupazioni vi sono i cambiamenti climatici e la sostenibilità ambientale, che determinano un forte sostegno alle politiche verdi e ai partiti che promettono azioni decise per combattere il riscaldamento globale.

Anche la giustizia sociale e l’equità sono considerate priorità, con un’enfasi sulla lotta alla disuguaglianza economica e alla discriminazione. I giovani europei tengono a un’istruzione accessibile e di qualità, nonché ad avere opportunità di lavoro dignitose.

La migrazione e i diritti umani sono questioni cruciali, compresa la difesa dei diritti dei rifugiati e degli immigrati. Anche la democrazia e la trasparenza del governo sono una preoccupazione per questa generazione, che apprezza una maggiore partecipazione dei cittadini e la responsabilità nel processo decisionale.

Breve storia del voto dei giovani alle elezioni europee

L’articolo su The Conversation prosegue con un’interessante rassegna delle varie tendenze registrate da parte dei giovani nella storia delle elezioni europee, a partire dal 1999. Lo sintetizziamo di seguito.

Nel 1999, la partecipazione dei giovani alle elezioni europee è stata inferiore a quella di altri gruppi di età. La tendenza generale all’astensione è probabilmente dovuta a un distacco dalle istituzioni europee e alla percezione della loro mancanza di impatto sulla vita dei cittadini. Coloro che hanno votato hanno tendenzialmente sostenuto i partiti tradizionali e moderati, con una minore inclinazione verso i movimenti estremi o marginali.

Le elezioni del 2004 hanno mostrato un leggero miglioramento dell’affluenza da parte dei giovani, grazie anche all’allargamento dell’UE e al conseguente interesse per l’integrazione europea. Tuttavia, la preferenza generale per i partiti tradizionali è rimasta.

Nel 2009 la crisi finanziaria globale ha generato un senso di insoddisfazione e disillusione tra i giovani europei. Ciò ha portato a un aumento dei consensi per le minoranze e i partiti emergenti, tra cui i partiti verdi e i movimenti populisti che offrivano alternative alle politiche di austerità e promettevano riforme più radicali.

Nel 2014, la tendenza a sostenere i partiti alternativi si è consolidata. La partecipazione dei giovani è aumentata, grazie a campagne specificamente rivolte ai giovani e a un maggiore uso dei social media. I partiti verdi e di sinistra hanno guadagnato terreno, riflettendo le preoccupazioni dei giovani per il cambiamento climatico, la giustizia sociale e i diritti umani.

Le elezioni del 2019 hanno segnato un punto culminante di questa evoluzione. L’affluenza giovanile ha raggiunto livelli record in molti paesi membri, evidenziando un rinnovato interesse per la politica europea, con i giovani che hanno votato in gran parte per i partiti che sostengono l’azione per il clima, la giustizia sociale e la riforma democratica.

È ancora troppo presto per parlare con certezza del voto dei giovani alle elezioni europee di quest’anno, anche se nell’ultimo Eurobarometro il 64% dei giovani ha espresso l’intenzione di votare. Il dato è aumentato notevolmente in alcune aree: in Danimarca, ad esempio, l’82% dei giovani intervistati aveva intenzione di votare.

Sebbene molti giovani continuino a sostenere i partiti progressisti e verdi, l’ascesa della destra e dell’estrema destra è dovuta anche a questa fascia d’età.

Da un lato, i giovani si sono concentrati sul sostegno a organizzazioni politiche che rispondono ai loro interessi: sostenibilità, futuro dei giovani (istruzione e occupazione), diritti umani, posizioni sulle guerre in corso (soprattutto in Ucraina e Palestina) e politiche globali sulla gestione dell’immigrazione e dei rifugiati. D’altra parte, anche la difesa degli interessi nazionali nel quadro dell’Unione Europea ha giocato un ruolo importante, portando a un significativo sostegno per i raggruppamenti di estrema destra e populisti, soprattutto nei paesi in cui questi movimenti hanno già guadagnato slancio o sono al governo.

(Immagine da freepik)

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