Come abbiamo scritto più volte sulla nostra pagina Facebook e nella nostra newsletter, la risposta delle persone alla necessità di assicurare una disponibilità costante di sangue in questo momento difficile è stata straordinaria. I ringraziamenti ai donatori e ai tanti nuovi iscritti si susseguono quasi giornalmente da parte del presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola e da tutta l’associazione. Tra i vari segmenti di popolazione che si sono mossi in maniera più generosa e rapida, ne vogliamo raccontare uno che l’ha fatto in maniera organizzata e compatta: l’Associazione culturale italo-araba di Legnano.
Di cosa si occupa
Si tratta di una realtà che raccoglie tra le 300 e le 500 persone, originarie di numerosi paesi dell’Africa, Asia e Medioriente. Un punto di riferimento per la comunità araba e islamica dell’area di Legnano, a cui si impegna a offrire una serie di servizi di supporto di diverso tipo: un aiuto economico (o anche solo l’acquisto e la consegna della spesa) per chi é in difficoltà finanziarie, corsi di arabo e italiano (aperti a tutti), il ritrovo per la preghiera, assieme a diverse iniziative utili a far sentire più integrate e meno sole persone e nuclei familiari che ancora non hanno radici salde nel nostro territorio.
L’appello alla donazione
Pochi giorni fa, il 17 marzo, nel gruppo WhatsApp che raccoglie circa 300 associati, è stato lanciato un appello alla donazione del sangue. La risposta è stata immediata: «In un solo giorno un centinaio di persone ci hanno fatto sapere di essere disponibili a cominciare a donare, per aiutare il Paese in una situazione di emergenza». A raccontarlo è Obid Mohamed, segretario dell’associazione culturale. 32 anni, idraulico, Obid è a casa come la stragrande maggioranza degli italiani. «Sono chiamato a intervenire solo in caso di emergenze – racconta – nel caso ci siano guasti in strutture sanitarie o case di riposo. Per il resto sono a casa, come gli altri italiani». Obid è di origini marocchine, ma è cresciuto in Italia ed è a tutti gli effetti un cittadino italiano. Quando gli chiediamo come è arrivata l’idea di fare quell’appello, la risposta è semplice: «È il minimo che possiamo fare per il nostro Paese. Da quando è cominciata l’epidemia di COVID-19 abbiamo promosso con successo una raccolta fondi da destinare alla Protezione civile. Ci sembrava giusto contribuire anche con la donazione di sangue e abbiamo provato a sensibilizzare i nostri soci per capire quale fosse la disponibilità. La risposta ci ha lasciati senza parole».
La difficile gestione delle domande
La sede di Avis Legnano si è dovuta molto impegnare per gestire la grande mole di nuove iscrizioni arrivate nelle ultime settimane, ma il personale sta riuscendo a non lasciare indietro nessuno. «So che tutti quelli che hanno risposto all’appello sono già stati contattati da Avis Legnano, speriamo che molti di loro risultino idonei alla donazione e possano presto cominciare a contribuire». Come abbiamo spiegato nell’ultima newsletter, il sistema sangue italiano si regge sulla disponibilità costante di sangue nei centri trasfusionali. È importante quindi che l’impegno alla donazione sia di lungo respiro, e che le persone che danno ora la propria disponibilità diventino donatori periodici e abituali. Solo così è possibile gestire scorte, carenze ed eccedenze del sistema. Ancora grazie a Obid, all’Associazione culturale italo-araba di Legnano e a tutte le persone che hanno cominciato il proprio percorso per cominciare a donare il sangue. «Siamo contenti di essere utili alla comunità – ci tiene a dire Obid –. Le nostre porte sono sempre aperte, per tutti».