23,6 miliardi di euro all’anno. A tanto ammonta, secondo lo studio realizzato da Ispe-Sanità e pubblicato da Transparency International e RiSSC, il prezzo che ogni anno il servizio sanitario nazionale paga al flagello complessivamente definito corruption. Sotto questa definizione finiscono la corruzione vera e propria (6,4 miliardi), l’inefficienza del sistema (3,2 miliardi) e gli sprechi (14 miliardi). In totale fa 23,6, e sono i miliardi di euro che, se recuperati e immessi nuovamente nella sacca virtuosa del sistema sanitario, lo renderebbero più equo e ne migliorerebbero in maniera determinante la qualità. Sfogliando i contenuti del “Libro bianco sulla corruption in sanità”, viene subito da pensare alla logica di tagli lineari che sta perseguendo questo governo, assieme alle indicazioni del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, già criticato dall’Ocse. Invece di cercare cavilli e soluzioni rapide, di sicuro effetto mediatico (come la vendita di auto blu su Ebay) quanto poco efficaci in termini di risparmi reali, l’esecutivo guidato da Matteo Renzi farebbe bene a prendere in seria considerazione report come quello di cui stiamo parlando, che al suo interno parlano di un sistema sanitario che lavora a un regime molto più basso di quanto potrebbe, in termini qualitativi e quantitativi.
Se è vero che le tre voci che costituiscono la corruption non sono del tutto sopprimibili, è altrettanto vero che in un Paese dove si spendono 114 miliardi di euro all’anno per la sanità (cioè molto poco rispetto agli altri Stati europei), un “ammanco” di 23,6 miliardi costituisce una grossa decurtazione, in grado si spostare sensibilmente gli equilibri di un servizio per il quale alla fine a pagare sono sempre i cittadini più deboli e onesti, ossia chi ha problemi di salute e chi paga le tasse. Sulla pelle delle molte persone che permettono al sistema di stare in piedi, pochi (dirigenti e politici corrotti o incapaci) costruiscono carriere e patrimoni, a tutto discapito del servizio offerto. «Il punto e il rischio che vediamo nella pubblicizzazione di questi dati in un momento così delicato per la nostra economia e per la necessità di usare bene ogni euro a nostra disposizione – si legge su QuotidianoSanità –, è quello che possa prevalere la mannaia sul ragionamento. È bene quindi tenere sempre presente che la nostra spesa sanitaria pubblica resta tra le più basse d’Europa “nonostante” tutti questi sprechi (illegali o frutto di cattiva gestione quasi poco importa) e che anche per questo i livelli di assistenza sanitaria non sono certo d’eccellenza in tutto il Paese».
«Recuperare questi soldi per garantire accesso alle cure per tutti» è il principio che dovrebbe fare proprio questo governo tanto avvezzo allo slogan. Invitiamo tutti a leggere il testo del dossier, o a leggere i tanti articoli che ne sintetizzano molto bene i contenuti (qui per esempio), e ne approfittiamo per segnalare che nei prossimi giorni Transparency International sarà in tour in diverse zone d’Italia per parlare di un altro report, dal titolo “Corruzione e sprechi in sanità”, che sviluppa argomenti simili ma con un taglio diverso, più rivolto all’elaborazione di modelli di analisi del rischio e sistemi di pre-allerta. I prossimi appuntamenti in programma si svolgeranno a Tradate (Va) l’8 maggio e a Torino il 13 maggio.
[Attenzione: dal 3 maggio i siti internet di Avis Legnano e del blog ZeroNegativo potrebbero non essere raggiungibili a causa di un intervento di aggiornamento. Nello stesso periodo saranno temporaneamente disattivati anche gli account di posta elettronica. Ci scusiamo per il disagio e vi terremo costantemente informati sullo stato dei lavori]