La bozza del piano pandemico 2024-2028 non risponde ad alcune domande chiave: cosa ci ha insegnato la pandemia di Covid-19? E cosa ha ostacolato una risposta efficace e tempestiva? Come possiamo rimuovere gli ostacoli? L’analisi di Scienza in Rete.
Dopo la pandemia, una delle domande più frequenti che vengono poste agli esperti di turno è: «Che cosa ci ha insegnato la pandemia?». La risposta, al di là del dovuto riconoscimento dell’impegno individuale e spesso eroico dei nostri sanitari, è complessa, perché la pandemia ha esacerbato, aggiungendo l’emergenza come fattore di amplificazione, problemi del nostro sistema sanitario che hanno ostacolato una risposta efficace se non efficiente. Perciò l’insegnamento più importante in realtà non è sugli aspetti delle infezioni, ma sui molti punti critici del sistema sanitario.
Per questo, se qualcuno può pensare che un documento programmatico come la bozza di piano di risposta a una pandemia sia un affare settoriale di chi si occupa di malattie infettive, si sbaglia. I problemi che hanno dovuto affrontare gli operatori sanitari per contrastare la pandemia sono problemi sistemici, trasversali a tutte le aree della salute e come tali in un piano che si definisce strategico e operativo dovrebbero essere affrontati e risolti a livello centrale.
Fermo restando il sacrosanto problema delle risorse, già sollevato anche altrove, e che è tanto banale quanto importante, ci sono altri aspetti che necessitano da tempo di soluzioni e non saremo mai più bravi ad affrontare una prossima pandemia se non saranno risolti.
Un sistema informativo che non si parla
La mancanza di interoperabilità dei sistemi informativi, a livello sia locale che nazionale, è stata per esempio un enorme problema. Ogni azienda sanitaria ha moltissime informazioni sui propri assistiti, raccolte spesso per scopi amministrativi, ma preziose per orientare interventi di sanità pubblica. La variabilità dei modi in cui queste informazioni vengono registrate nei diversi settori della stessa azienda e le difficoltà di accesso ai dati, purtroppo, rendono le informazioni non utilizzabili in modo tempestivo e standardizzato. Anzi, addirittura non tutti gli operatori di una stessa azienda sono consapevoli della presenza di queste fonti di informazione e della loro potenziale utilità per scopi diversi da quelli per cui sono state costruite.
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