Ha fatto molto discutere un documentario su Papa Francesco presentato al Festival del cinema di Roma alcuni giorni fa. O meglio, hanno fatto discutere i circa 20 secondi in cui il Papa si esprime sul tema delle coppie omosessuali, con parole tradotte e riportate così dai giornali italiani: «Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo». A guardare lo spezzone ci si rende conto immediatamente che durante la dichiarazione vengono usate immagini di copertura, il che potrebbe far pensare che si tratti in realtà di frasi prese da parti diverse della conversazione, e che messe insieme abbiano restituito un effetto più dirompente di quanto intendessero fare. A notarlo per primo è stato Stefano Caredda, in un articolo per Redattore Sociale che abbiamo segnalato anche nella nostra ultima newsletter (a proposito, siete iscritti vero?). Caredda sottolinea che anche la parte iniziale della dichiarazione, prima che si faccia riferimento a una eventuale legge, è frutto di tre diversi tagli. Il Papa parla di famiglia, certo, ma di quella di origine, non di un eventuale nucleo nato dall’unione di due persone dello stesso sesso. In merito alla legge, quella che in italiano è stata resa come “legge sulle unioni civili” era in realtà una “ley de convivencia civil”, riferita esclusivamente a una tutela istituzionale che protegga quelle persone, e non a qualcosa che preluda a una celebrazione con rito religioso. La Segreteria di Stato vaticana è intervenuta ieri per chiarire le parole del Papa, dichiarando a tal proposito che «una domanda successiva era invece inerente a una legge locale di dieci anni fa in Argentina sui “matrimoni ugualitari per coppie dello stesso sesso” e all’opposizione dell’allora Arcivescovo di Buenos Aires al riguardo. A tal proposito Papa Francesco ha affermato che “è un’incongruenza parlare di matrimonio omosessuale”, aggiungendo che, nello stesso contesto, aveva parlato del diritto di queste persone ad avere una certa copertura legale». Lo “scoop”, che a un’osservazione più attenta poteva già sembrare inconsistente, a questo punto si sgonfia ulteriormente. Certo va rilevato l’atteggiamento dialogante di questo papa rispetto a un tema che ha da sempre provocato imbarazzi e divisioni tra la Chiesa e i fedeli. Da notare, come fa Caredda, la distanza tra l’aspetto umano e quello dottrinale di Papa Francesco. «Il documentario del regista Evgeny Afineevsky, come ampiamente raccontato dai media, racconta anche lo scambio fra papa Francesco e Andrea Rubera, che con il suo partner è padre di tre bambini: emerge dal racconto tutta la preoccupazione di Bergoglio perché i piccoli venissero accolti in parrocchia, con l’invito rivolto al padre a non rinunciare ad entrare in contatto con la parrocchia per paura di subire discriminazioni o incomprensioni. La storia è ancora una volta indicativa del carisma umano di papa Francesco». Al di là delle interpretazioni e delle opinioni, la storia è interessante perché mette in luce ancora una volta le stranezze del sistema informativo italiano. Innanzitutto, c’è da notare il fatto che il documentario è liberamente accessibile su Youtube da un anno e mezzo, e in tutto questo tempo nessuno (almeno in Italia) ha prestato attenzione a quelle dichiarazioni. C’è poi da notare che più o meno tutti si sono precipitati a riportare le parole del Papa, senza troppo preoccuparsi di verificare se fossero state in qualche modo ricontestualizzate per fargli dire qualcosa di diverso da ciò che intendeva. Ora che è uscita la precisazione della Segreteria di Stato vaticana, invece, non tutti si sono precipitati a pubblicare la smentita.

(Foto di Kai Pilger su Unsplash)