La comunicazione scientifica e istituzionale sull’uso delle mascherine è stata piuttosto confusa, soprattutto nei primi mesi della pandemia di coronavirus. L’Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso diverse linee guida sull’argomento, suggerendo inizialmente che fossero utili in una ridotta tipologia di situazioni. Successivamente il ventaglio si è ampliato. Le istituzioni si sono comportate in modo molto diverso a seconda dei paesi. Nelle immagini che arrivavano dalla Cina (forse anche perché in quell’area capita più spesso di avere a che fare con epidemie) da subito si sono viste molte mascherine. Dalle nostre parti si è molto discusso sul loro utilizzo, diventato obbligatorio in un numero crescente di contesti. Prima al chiuso, poi all’aperto nei casi in cui non fosse possibile mantenere il distanziamento, infine sempre e comunque, tranne che a casa propria (con alcune regioni, come la Lombardia, che si sono mosse in senso restrittivo prima che l’obbligo fosse esteso a livello nazionale). Sorvoliamo sui politici che, in Italia come altrove, hanno minimizzato l’utilità delle mascherine e talvolta irriso chi le indossa. Un articolo pubblicato su Nature mette assieme i risultati di diverse ricerche ed esperimenti che si interrogano sulla loro efficacia nel limitare la diffusione del SARS-CoV-2.
Cosa dicono le ricerche
La comunità scientifica supporta l’uso delle mascherine, ha spiegato l’autrice dell’articolo, e le ricerche recenti suggeriscono che esse possano essere utili in modi diversi: riducendo le possibilità di trasmettere e contrarre il coronavirus e limitando la gravità dell’infezione in chi viene contagiato. Ovviamente non ci sono risposte definitive sull’argomento, perché in circolazione c’è una grande varietà di mascherine, indossate in contesti molto diversi. Molto si gioca poi sulla volontà delle persone di indossarle correttamente. Infine, come sempre nella ricerca, il modo in cui sono condotti gli studi può influenzare molto il risultato e la sua rilevanza.
Uno studio (trovate tutti i link nell’articolo su Nature) pubblicato in pre-print in Agosto ha trovato che l’aumento settimanale della mortalità era quattro volte più basso nei luoghi in cui indossare la mascherina era la norma, o ne era raccomandato l’uso dal governo, rispetto a zone in cui questo non avveniva. Un altro studio ha analizzato gli effetti dell’obbligo di uso della mascherina imposto dai governatori di alcuni stati americani tra aprile e maggio. I risultati suggeriscono che dove la mascherina era obbligatoria l’aumento giornaliero dei casi era inferiore del 2 per cento. Può sembrare poco, ma si traduce in 450 mila casi in meno, al netto di altre misure di sicurezza come il distanziamento fisico. Il limite di questi studi è che associano l’obbligo di mascherina al fatto che le persone rispettino effettivamente l’imposizione.
Alcuni scienziati hanno provato a fare osservazioni dirette sul tema, inserendo delle pareti fatte con mascherine chirurgiche nelle gabbie dei topi di laboratorio. Da un lato stavano le cavie che avevano contratto il coronavirus, dall’altra quelle sane. Nelle gabbie in cui la parete non veniva inserita, due terzi degli animali sani contraeva la malattia. Con la barriera, solo il 25 per cento si ammalava.
Secondo un’altra ricerca, l’uso mascherina potrebbe avere come effetto, per chi comunque si infetta, lo sviluppo di una forma più leggera della malattia. Essa riduce infatti la quantità di particelle virali con cui si viene a contatto, il che può risultare in infezioni più moderate o addirittura asintomatiche.
Uno dei temi è che ci sono diversi tipi di mascherine in circolazione. Secondo una ricerca, quelle chirurgiche offrono una protezione efficace al 67 per cento in chi le indossa. In uno studio ancora non pubblicato, si osserva come anche una maglietta di cotone sia in grado di trattenere il 50 per cento degli aerosol più sottili, e l’80 per cento di quelli che misurano dai 2 micrometri in su. Tessuti a più strati sono più efficaci, e anche una maglia più fitta aiuta. Lo stesso si può dire quando gli strati sono fatti di tessuti diversi, come cotone e seta. Per finire, pare che le mascherine abbiano un effetto positivo anche a livello psicologico. Chi le indossa tende a seguire correttamente anche altre misure di sicurezza, come il distanziamento fisico. Chissà, forse danno un’idea di responsabilità condivisa.
(Foto di Julian Wan su Unsplash)