In agosto (ma la notizia si è diffusa solo da un paio di giorni) Martin Shkreli, giovane imprenditore statunitense, ha deciso l’aumento del prezzo di un farmaco usato per la cura di pazienti affetti da Hiv del 5.000 per cento (da 13,50 a 750 dollari a pillola). Ieri ha poi dichiarato che l’avrebbe abbassato a un prezzo più abbordabile, senza specificare la cifra. La notizia fa riflettere su quanto sia avanzato il sistema di tutela del cittadino in Europa rispetto al “gigante” americano.

L’inizio della vicenda risale allo scorso agosto, quando la società di Shkreli, Turing Pharmaceuticals, decide di acquistare il brevetto per la produzione del Daraprim, un farmaco in circolazione da 62 anni per la cura di malattie che colpiscono chi ha il sistema immunitario compromesso. Una volta fatto l’acquisto, arriva anche l’innalzamento del prezzo a livelli spropositati. Dopo l’ovvia e giusta reazione (montata soprattutto ieri) della società civile, dei media, della politica, l’imprenditore ha difeso la propria scelta dichiarando che era necessario assicurarsi che la produzione del Daraprim garantisse adeguati utili per l’azienda. Inoltre, ha assicurato che la sua società avrebbe reinvestito la totalità dei proventi per fare ricerca al fine di migliorare il prodotto. Una necessità che peraltro non è sentita, visto che il Daraprim così com’è funziona da numerosi decenni.

PhRMA, la lobby dell’industria farmaceutica statunitense che rappresenta i principali produttori del settore, si è subito dissociata da Shkreli, dichiarando che «i membri di PhRMA hanno una lunga storia di scoperta e innovazione, che hanno accresciuto la speranza di vita e migliorato la qualità della vita di milioni di pazienti». Inoltre «Turing Pharmaceutical non è membro di PhRMA e non condividiamo le recenti azioni e la condotta del suo Ceo».

Vista dall’Europa la vicenda ha dell’assurdo, ma negli Stati Uniti, in realtà, la motivazione di Shkreli non è così originale. Più avanti l’articolo del Guardian fa notare che in passato alcuni membri di PhRMA hanno portato le stesse argomentazioni per giustificare gli alti prezzi dei propri prodotti: servono per finanziare la ricerca. Il caso in questione non rappresenta quindi un’assoluta novità, bensì l’estremizzazione di qualcosa che negli Usa non è per nulla inedito.

Gli Stati Uniti hanno infatti un sistema sanitario molto meno sostenuto dallo Stato, dove sono per la maggior parte i cittadini a dover provvedere alle proprie cure sottoscrivendo polizze di assicurazione (nonostante il piano denominato Obamacare abbia allargato la base di persone che hanno diritto di accesso gratuito alle cure). Tuttavia, il comportamento di Shkreli è grave per vari motivi, tra cui il fatto che, come fa notare Jordan Weissmann su Slate, nessun’altra casa farmaceutica si occupa di produrre quella molecola, dunque Turin Pharmaceutical si trova in una situazione di monopolio su un prodotto salva-vita. «Mentre il resto del mondo sviluppato utilizza forme di controllo dei prezzi per assicurare l’accesso ai farmaci, gli Stati Uniti permettono alle aziende farmaceutiche di fare il prezzo che vogliono, nella speranza che, una volta scadute le licenze, la concorrenza dei farmaci generici faccia abbassare i costi».

Altra osservazione da fare è che in questo caso la libera iniziativa imprenditoriale non garantisce che in un futuro prossimo un altro soggetto decida di fare concorrenza a Shkreli, perché si tratta di una nicchia di mercato troppo piccola per fare gola ad altri imprenditori. «Nel 2011 – continua Weissmann –, prima di vari aumenti di prezzo, sono state compilate meno di 13mila prescrizioni di Daraprim. Inoltre, se anche un’azienda decidesse di vendere a prezzo inferiore il farmaco, questo potrebbe voler dire venderla a 300 dollari invece che a 750». Ben lontani dai 13,50 precedenti all’acquisizione del brevetto.

Se temete che anche in Italia possa succedere qualcosa di simile, potete stare abbastanza tranquilli. Nel nostro Paese l’Agenzia del farmaco (Aifa) si occupa di contrattare con i produttori i prezzi dei farmaci con obbligo di prescrizione, in base al rapporto costo/efficacia. Il processo di fissazione del prezzo è descritto in questa pagina.