Se i buoni propositi per il 2023 sono già un vago ricordo, potrebbe essere il momento di abbracciare la “via negativa”. L’idea è passare dall’elencare una serie di cose da fare a un elenco di cose da non fare. Non vale solo per i programmi di inizio d’anno, ma è un approccio che potrebbe aiutare in una serie di situazioni diverse.
Il consiglio arriva da Arthur Brooks e dalla rubrica che cura sull’Atlantic. Innanzitutto non c’è da disperare se i buoni propositi falliscono: è abbastanza comune, e di solito questo avviene nei primi mesi dell’anno.
Ed ecco l’approccio consigliato da Brooks: creare un elenco di anti-risoluzioni. Si tratta di cose che volete evitare di fare quest’anno, come ad esempio passare del tempo con persone particolari che non fanno emergere il lato migliore della vostra personalità, o andare in posti che non vi piacciono.
Il riferimento storico (un po’ pretenzioso) di questo consiglio di Brooks è la teologia negativa, la cui formulazione si ebbe con Plotino e che fu poi ripresa da numerosi pensatori successivi che l’adattarono al pensiero cristiano.
La via negativa “in salsa contemporanea”, sintetizzata da Brooks, consiste nel riconoscere che quando non si sa esattamente cosa fare, ci si può avvicinare al proprio obiettivo concentrandosi su cosa non fare. Se ci si sente bloccati nel lavoro o in una relazione, ad esempio, e non si sa esattamente cosa fare per migliorare le cose, la via negativa potrebbe venire in aiuto.
Le persone usano continuamente la via negativa senza rendersene conto, osserva Brooks. Per esempio, dopo un fine settimana al mare con la famiglia, è probabile che si possano elencare i motivi di irritazione molto più facilmente degli aspetti piacevoli, anche se nel complesso il viaggio è andato bene.
A meno che non siate dei brontoloni sempre e comunque, potrebbe trattarsi del fenomeno che gli psicologi chiamano “pregiudizio di negatività”, una propensione a notare i dettagli che non piacciono rispetto a quelli che piacciono in qualsiasi situazione. Inoltre, notare le cose negative ci serve per fare risaltare di più, per differenza, quelle positive.
Brooks prosegue con l’esempio del weekend al mare. Quando tornerete a casa, avrete un elenco di cose vissute e potrete facilmente citare quelle che non vi sono piaciute e che non volete ripetere la prossima volta. Al contrario, le cose che potreste aggiungere per migliorare l’esperienza sono solo ipotetiche. La conoscenza sottrattiva è garantita e porta a un miglioramento, mentre quella additiva è spesso basata su ipotesi.
Uscendo dall’esempio, per utilizzare la via negativa nella propria vita si può iniziare facendo una lista di cose da non fare da affiancare a quella delle cose da fare. Scrivete le cose che fate per abitudine o per obbligo: forse deciderete di evitare alcune amicizie tossiche. Forse cancellerete i vostri account sui social media perché vi tolgono tempo e vi fanno sentire soli. È una strategia che funziona in molti ambiti della vita.
Si può usare per esempio per evitare il ripetersi di situazioni che ci hanno fatto stare male in una relazione sentimentale. Dopo la fine di una storia, consiglia Brooks, scrivete un elenco di tutti i suoi aspetti problematici che vorreste evitare in futuro. Siate molto specifici, ad esempio “Non prendere un animale domestico insieme” o “Non trasferirsi nel suo monolocale”. Assicuratevi di consultare la lista quando comincerete una nuova frequentazione, in modo da non ritrovarvi in situazioni spiacevoli che già conoscete.
Applicando lo stesso principio, la via negativa può essere utile anche per ravvivare una relazione che non sta andando per il meglio. Può risolvere anche molti problemi pratici. Ma, cosa ancora più importante, ha il potenziale per raggiungere una profonda conoscenza di se stessi. Ad esempio, se vi presentate sempre in termini di lavoro (“sono una programmatrice”, “sono un insegnante”), state offrendo un’idea molto parziale di voi, che si riflette sul modo in cui pensate a voi stessi.
La soluzione è eliminare le cose che vi allontanano da ciò che vi impedisce di esprimere ciò che sentite di voler comunicare agli altri su voi stessi (ad esempio la carriera, il denaro, l’aspetto fisico). «Ogni giorno, passate in rassegna tutte le cose che non siete, ad esempio “Io non sono il mio posto di lavoro” – conclude Brooks –. Potreste scoprire che la via negativa vi ha portato a conoscervi meglio».
(Foto di Glenn Carstens-Peters su Unsplash)
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