Col rapporto pubblicato il 14 maggio, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia un messaggio chiaro ai cittadini e alle istituzioni: la demenza e il declino cognitivo non sono effetti inevitabili dell’invecchiamento. Ci sono attività che si possono intraprendere per ridurre i fattori di rischio, e l’ente si farà carico di accompagnare gli Stati nell’implementazione di programmi di prevenzione.
Le raccomandazioni dell’Oms
La demenza è un problema che sta crescendo rapidamente a livello globale. Nel mondo, circa 50 milioni di persone ne soffrono in qualche forma. Il 60 per cento di queste si trova in paesi a basso o medio-basso reddito. Ogni anno si registrano quasi 10 milioni di nuovi casi. Si prevede che nel 2030 il numero di persone affette da demenza salità a 82 milioni e a 152 milioni nel 2050. Lo studio, che si intitola “Guidelines on risk reduction of cognitive decline and dementia“, riporta che le persone possono ridurre il rischio di sviluppare forme di demenza in diversi modi: facendo regolarmente esercizio fisico, non fumando, evitando il consumo eccessivo di alcol, controllando il peso corporeo, osservando una dieta sana, mantenendo sotto controllo la pressione sanguigna, il colesterolo e i livelli di zucchero nel sangue. Secondo il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, «le prove scientifiche raccolte per queste linee guida confermano ciò che sospettavamo da tempo: ciò che fa bene al nostro cuore, fa bene anche al nostro cervello».
Come è stato realizzato lo studio
Il report si basa sul confronto di diverse revisioni sistematiche legate ai vari aspetti del fenomeno. Il comitato incaricato di fare le valutazioni ha preso in considerazione numerosi studi per ognuno dei fattori citati poc’anzi (ossia demenza ed esercizio fisico, demenza e dieta, demenza e ipertensione, ecc.). Bisogna specificare che difficilmente i dati rilevati sono in grado di provare che senza ombra di dubbio c’è una stretta correlazione tra l’atto di (per esempio) smettere di fumare e il fatto di non sviluppare forme di demenza in età avanzata. Piuttosto, nella maggior parte dei casi, gli studi dimostravano l’alta correlazione tra alcuni comportamenti considerati nocivi e una serie di altri fattori di rischio, tra cui un declino cognitivo più precoce o più grave. Le conclusioni dei ricercatori sono quindi delle considerazioni generali che si possono leggere così: “Non possiamo essere sicuri al cento per cento che (per esempio) controllare il peso riduca il rischio di demenza in età avanzata, ma abbiamo abbastanza prove del fatto che essere regolarmente in sovrappeso contribuisca ad aumentare il rischio. Quindi, controllate il peso”. È un modo di comunicare che può sembrare “poco deciso”. Ma la scienza funziona così, per approssimazione. Proprio l’alimentazione è uno degli aspetti su cui si hanno più conferme: diverse revisioni sistematiche hanno concluso che rispettare assiduamente la dieta mediterranea porta a una riduzione del rischio di sviluppare demenza. Un’adesione non continuativa annulla gli effetti benefici.
Vari tipi di demenza
La demenza è una sindrome che include un declino cognitivo, assieme ad altri sintomi. Prevede il peggioramento della memoria, assieme a quello di almeno un’altra funzione cognitiva, come la destrezza nei movimenti, il linguaggio o funzioni esecutive (pianificazione, attenzione, ragionamento astratto, ecc.). Ci sono diverse cause e tipologie di demenza. Le forme di demenza primaria includono quella da Alzheimer, la demenza vascolare, la demenza da corpo di Lewy e quella frontotemporale. Forme di demenza secondarie sono correlate ad altre malattie o problemi come l’HIV, incidenti che coinvolgono la testa, sclerosi multipla, disturbi alla tiroide o mancanza di vitamina B12. In questa seconda tipologia, i problemi cognitivi si accompagnano a sintomi che riguardano altri organi e le terapie adottate si concentrano sulla malattia alla base, piuttosto che sui problemi cognitivi in sé. Lo studio dell’Oms si riferisce solo alla demenza primaria.
Attenzione: le informazioni contenute in questo articolo non costituiscono consigli medici. È sempre opportuno consultare il proprio medico di base per qualsiasi chiarimento in merito alla propria salute.
(Foto di Kelly Sikkema su Unsplash)