Nella società di oggi, che ama percepirsi disinibita e priva di pudori, accostare i concetti di sessualità e disabilità rappresenta ancora un tabù. Da tempo in Italia sta nascendo (e cercando legittimazione) la categoria professionale degli assistenti sessuali per disabili (detti anche love giver). Attenzione però, non si tratta di prostituzione, dato che non è previsto che tra assistente e assistito avvengano rapporti sessuali. Il love giver è invece una persona addestrata per guidare l’assistito o assistita alla scoperta, innanzitutto, del rapporto con il proprio corpo. Attualmente in Italia manca una legge che istituisca questa professione, anche se il dibattito in ambito politico è cominciato. Si pongono numerosi problemi “tecnici”, al di là dell’opinione che ognuno può avere sul tema. Per esempio, ovviamente un love giver dovrà essere maggiorenne per esercitare la propria funzione, mentre certe pulsioni si affacciano ben prima della maggiore età nella vita di ognuno. La legge comunque non potrà che prevedere che anche l’assistito o assistita abbia già compiuto i diciott’anni per poter accedere al servizio, lasciando così “scoperti” anni importanti nello sviluppo della sessualità.
In ogni caso, al di là della legge in questione, il cambiamento più difficile e importante è quello culturale. Su questo prova a lavorare il cortometraggio Sensuability, progetto ideato dall’esperta di fundraising Amanda Salvucci. Il video è stato presentato sabato 2 dicembre a Roma, ma presto comincerà a girare l’Italia in un tour di proiezioni. Il progetto si svilupperà poi con la realizzazione di una mostra fotografica e una mostra di fumetti, mentre il 15 dicembre – spiega Salvucci su Vita – partirà una campagna di raccolta fondi per la realizzazione di un lungometraggio.
La motivazione da cui nasce il progetto è relativa proprio alla ricezione della sfera affettiva e sessuale del disabile nella società. «Troppo spesso il disabile rispetto alla sessualità è considerato come un “bambino”. “O peggio ancora come un essere asessuato. Perché nell’immaginario collettivo il sesso è legato all’attrattività e alla prestazione fisica. Insomma o sei agile e bello oppure non fai sesso?”». Sul sito internet di Sensuability si leggono poi le motivazioni e le riflessioni che stanno alla base dell’idea che ha voluto realizzare Salvucci, con l’aiuto di professionisti del campo del film making: «La scelta del tema non è causale come non è casuale la scelta di soffermarmi principalmente sugli aspetti sessuali e meno su quelli affettivi. È un tema del quale si inizia a parlare da poco e ancora non se ne parla nel modo giusto e quando se ne parla si preferisce parlare dell’aspetto sentimentale sorvolando invece sul corpo e su quello che desidera. La mia attenzione si concentrerà prevalentemente sulle disabilità di tipo fisico presenti alla nascita o molto precocemente nello sviluppo. Questa scelta è dovuta al fatto che proprio gli individui affetti da disabilità di questo tipo risultano essere quelli più emarginati in base alla vecchia concezione dell’amore sessuale come pura prestazione, per realizzare la quale mancherebbero loro le abilità necessarie».
La presentazione del film avviene proprio a ridosso della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si è celebrata domenica 3 dicembre. Una giornata importante per tenere alta l’attenzione sulle scelte della politica in tema di disabilità, dopo i tanti ritardi e gli appelli relativi all’approvazione del Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. «Si tratta di un documento che pone con chiarezza gli obiettivi e le modalità per garantire finalmente i diritti umani delle persone con disabilità – si legge sul sito della Federazione italiana per il superamento dell’handicap –. Alla sua stesura ha collaborato intensamente anche Fish. E tutti gli àmbiti trattati sono centrali per la concreta applicazione della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità: diritto allo studio, al lavoro, alla salute, alla mobilità, alla vita indipendente, al riconoscimento della condizione di disabilità, agli interventi in ambito di cooperazione internazionale, ai sistemi di rilevazione statistica. Nella Giornata internazionale chiediamo con chiarezza: qual è l’impegno – punto per punto – delle forze politiche che ora stanno per approvare la legge finanziaria e fra qualche settimana inizieranno a confrontarsi nella campagna elettorale? Vorremmo che questa non fosse solo la Giornata della consapevolezza, condizione pur essenziale per ripensare, con il pieno coinvolgimento delle persone con disabilità, ad una strategia che superi, in tempi non generazionali, l’esclusione sociale garantendo per davvero pari opportunità e diritti umani. Vorremmo che fosse la data in cui si assumono degli impegni come integranti dei futuri programmi e azioni di governo, indipendentemente dagli schieramenti o dagli esiti delle prossime consultazioni. Si esprima con chiarezza e puntualità chi si candida a guidare il Paese».
(Foto di Josh Appel su Unsplash)