Qualcuno ci accusa di essere avari di buone notizie. È vero, lo siamo. Ma non per questo pensiamo che non accada nulla di buono a questo mondo. È che di buone notizie siamo permeati, sappiamo bene che ogni giorno accadono fatti che contribuiscono a rendere migliore la realtà. Tra l’altro, proprio noi di Avis, abbiamo la fortuna di aver a che fare ogni giorno con i nostri donatori – l’esempio di buona notizia quotidiana più bello che si possa immaginare: ogni donazione è una buona notizia per chi è in attesa di sangue. Quindi, in quanto espressione di questa associazione, noi siamo un’agenzia di buone notizie, dagli effetti molto concreti. E per fortuna non siamo gli unici. Gli italiani sanno rendersi protagonisti di azioni di solidarietà negli ambiti più disparati, e forse, se ne fossimo tutti più consapevoli, daremmo meno peso a certi altri comportamenti, che invece affossano la nostra dignità. Come non gioire quando si legge che ogni anno 500 milioni di euro escono dalle tasche dei nostri concittadini per finanziare iniziative di sostegno a distanza. Centinaia di bambini hanno trovato il sorriso e un progetto di vita, grazie alle donazioni di mamme, insegnanti, dirigenti d’azienda, pensionati. Non con la finta medicina dell’assistenzialismo, che fa più danni di quelli che risolve, ma con un aiuto sussidiario, che dà un progetto di vita alla persona che lo riceve.
E qui non possiamo che restare fedeli alla nostra linea, pensando a una notizia che ci fa pensare a quanto ingolfata sia, purtroppo, la macchina politica del nostro Paese. La stessa cifra di cui parlavamo poc’anzi, 500 milioni, è congelata nelle contabilità speciali delle soprintendenze statali, e non può essere al momento impiegata dal ministero cui è assegnato il fondo, quello per i Beni e le attività culturali. Non ci possiamo fare nulla se pensiamo che tutto ciò che accade sia collegato da un filo invisibile. 500 milioni non investiti nella cultura (poi bisognerebbe vedere in che modo e con quali obiettivi, ma questo è un altro discorso) sono altrettante occasioni perse per migliorare questo Paese, e dare ai suoi cittadini una proposta culturale migliore. Quindi congeliamo pure i fondi, ma stiamo preparando il terreno a un raffreddamento più complessivo, e non ci stupiremmo se in futuro dovessero iniziare a chiudersi i rubinetti della solidarietà individuale. I risultati di questa deriva li vedremo nei prossimi anni.
Quindi, ricapitolando, noi le buone notizie le diamo, ma ZeroNegativo dev’essere un occhio critico puntato su ciò che accade nell’ambiente in cui opera Avis, e cioè la realtà nel suo complesso. Citiamo allora il claim che abbiamo scelto per accompagnare la nostra testata: «Guarda due volte per veder giusto, guarda una volta per veder bello». Diciamo che la prima occhiata la diamo per scontata, passiamo al resto.