La comunità scientifica brasiliana ha tirato un sospiro di sollievo quando il 30 ottobre il Brasile ha eletto per un soffio Luiz Inácio Lula da Silva come presidente. Il suo predecessore, Jair Bolsonaro, ha mortificato la scienza, indebolito le politiche ambientali e discriminato le minoranze. Questo almeno stando alle testimonianze raccolte da Nature.

Una delle scienziate sentite dalla testata inglese ha visto gli studenti allontanarsi dalla scienza negli ultimi anni, mentre Bolsonaro tagliava i fondi per la ricerca e attaccava scienziati e accademici.

Lula ha raccolto la fiducia della comunità scientifica internazionale grazie a quanto fatto nei suoi primi due mandati, dal 2003 al 2010: per aver promosso lo sviluppo sostenibile, sottratto milioni di persone alla povertà e ridotto drasticamente la deforestazione in Amazzonia. Il suo partito ha investito molto in scienza, innovazione e istruzione.

Durante la sua presidenza, invece, Bolsonaro ha tagliato i fondi per la scienza, ha limitato l’applicazione delle leggi a favore dell’ambiente e ha promosso la disinformazione sul COVID-19 e sui vaccini durante la pandemia, che ha ucciso più di 685.000 persone in Brasile, spiega Nature.

L’elezione di Lula fa sperare che il Brasile possa proporre nuove politiche per proteggere l’ambiente, ridurre la povertà e promuovere un percorso di sviluppo economico più sostenibile ed equo.

Nel suo discorso di investitura, Lula ha annunciato che l’ambiente è una delle sue principali priorità, insieme alla lotta alla fame e alla povertà. Ha anche auspicato la cooperazione internazionale per aiutarlo a porre fine alla deforestazione in Amazzonia, che è stata guidata principalmente dal disboscamento dei terreni per i pascoli del bestiame. Scienziati, ambientalisti e diversi leader mondiali desiderosi di frenare le emissioni derivanti dalla deforestazione e di conservare la biodiversità hanno accolto con favore la notizia dopo quattro anni di Bolsonaro, sotto il quale la perdita di foreste in Amazzonia ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 15 anni.

Non mancheranno le difficoltà. Sebbene Lula abbia vinto le elezioni presidenziali, spiega Nature, i candidati di Bolsonaro hanno prevalso in molte delle elezioni congressuali che si sono svolte il 2 ottobre.

I conservatori che continueranno a sedere al Congresso brasiliano potrebbero quindi continuare a portare avanti proposte di legge che hanno suscitato il dissenso di scienziati e ambientalisti, tra cui una che mira a rendere più facile l’approvazione di nuove infrastrutture come strade, dighe e miniere, riducendo le garanzie per l’ambiente, le comunità e le popolazioni indigene. Tali sforzi potrebbero mettere l’amministrazione Lula sulla difensiva e non è chiaro se il governo sarà in grado di fermare tale legislazione o di negoziare un compromesso.

Tuttavia, molti scienziati restano ottimisti. Il governo di Lula dovrà affrontare delle sfide per costruire il sostegno a una nuova agenda per lo sviluppo sostenibile, ma i suoi risultati nella lotta alla deforestazione lasciano ben sperare.

(Foto di Agatha Valença su Unsplash)

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