In queste settimane stanno prendendo forma le liste dei candidati che saranno presentati dai diversi partiti (169 simboli, alla faccia del bipolarismo) alle prossime elezioni politiche. C’è da rilevare una tendenza verso la quale ci sentiamo in dovere di prendere una posizione, e già dal titolo si sarà intuito quale. Molti rappresentanti di associazioni ed enti del terzo settore, ma anche giornalisti, stanno infatti prendendo posizione e hanno deciso di candidarsi alla prossima tornata elettorale. Il sito d’informazione affaritaliani.it pubblica una lista (parziale e passibile di modifiche) dei nomi e delle sigle coinvolte. Si parla di Andrea Olivero, ex presidente del Forum del terzo settore e ora ex presidente di Acli, che si candida nelle liste di Mario Monti; Paolo Beni, presidente nazionale Arci e candidato col Pd in Toscana; Luigi Marino, presidente Confcooperative candidato con Monti; Filippo fossati, che lascia Uisp e corre col Pd in Toscana; Laura Boldrini, presidente dell’Unhcr che entra nella corsa elettorale con Sel; la lista continua coinvolgendo molte altre sigle, tra cui Sbilanciamoci!, Tavola della pace, Centro nazionale volontariato, Istituto italiano della donazione e Fai. Per il mondo dei giornalisti citiamo il nome più noto e autorevole, ossia quello di Franco Bomprezzi, collaboratore di numerose testate tra cui Vita e il Corriere, in cui approfondisce il tema della disabilità, che si candida col Pd.

Come avrete notato se ci seguite da un po’, sono quasi tutti nomi e sigle che tornano spesso nei nostri articoli, e tutta questa rincorsa verso la candidatura rischia di indurre a pensare che anche noi di ZeroNegativo (e quindi Avis Legnano) abbiamo un qualche colore politico da sostenere, in maniera più o meno esplicita. Niente di più sbagliato. Non ci compete esprimerci sulla scelta di questo o quell’esponente del terzo settore di entrare in politica e quindi perdere il proprio ruolo di rappresentante super partes degli interessi che andava difendendo nel proprio ente. D’altra parte, non possiamo non notare che un così ampio impegno lascia vuote molte poltrone, il che da un lato favorisce un ricambio, ma dall’altro toglie persone con esperienze e conoscenze consolidate dal terzo settore per darle alla politica. In ogni caso, confidiamo che quelle stesse persone proseguiranno la propria attività di lobbying per i diritti dei più deboli anche una volta (eventualmente) eletti. Ma questo è un discorso secondario.

Ciò che ci preme sottolineare è che continueremo sempre a tenere fede al nostro statuto, che ci definisce associazione apolitica e apartitica. E d’altra parte i presidenti che si candidano lasciano il proprio incarico precedente (tranne nei casi in cui non vi è incompatibilità da statuto, come Arci), quindi l’ente che li esprime non prende il colore assunto dal candidato. Rivendichiamo quindi la possibilità di continuare a citare queste stesse associazioni come fonti d’informazione sul mondo del volontariato, senza che per questo sia data la possibilità di fare pericolosi corto circuiti su un nostro presunto schieramento che, ripetiamo, non è nella nostra natura e tradirebbe i “principi fondamentali” dell’associazione.