Gino Strada è morto il 13 agosto, e da allora sono stati scritti numerosi articoli sulla sua vita, i suoi valori, il suo carattere. Preferiamo celebrarlo riportando un articolo di Redattore Sociale che racconta l’eredità più importante e concreta della sua visione e del suo impegno: l’associazione Emergency.
Ha speso la sua vita dicendo “no” a tutte le guerre ed è morto nei giorni in cui uno dei Paesi che più aveva a cuore subisce nuovamente l’avanzata dei talebani. Insieme alla moglie Teresa Sarti, nel 1994 Gino Strada ha fondato Emergency, l’organizzazione che in 18 Paesi del mondo (tra cui l’Italia) promuove la pace e combatte la povertà, la malattia e i conflitti in tutto il mondo.
In prima linea anche nelle cure per il Covid, Emergency è in prima linea pure nella riabilitazione di chi, a seguito delle ferite o delle mutilazioni riportate durante il conflitto, si trova a dover affrontare una condizione di disabilità.
In Iraq, in particolare, c’è il Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di Sulaimaniya, che in risposta ai numerosi casi di lesioni da mina nel Kurdistan iracheno, si è specializzato nella fisioterapia e nella produzione di protesi, ortesi e ausili per la deambulazione nonché di apparecchi ortopedici per pazienti disabili e amputati. Non solo: per sostenere e accompagnare il rientro a casa dei pazienti, Emergency si occupa di abbattere le barriere architettoniche nelle loro abitazioni, in modo tale che possano muoversi senza difficoltà nell’ambiente domestico e mantenere la propria autonomia. La stessa autonomia che Emergency favorisce e incoraggia attraverso progetti di reinserimento professionale dei pazienti guariti, tramite corsi di carpenteria, lavorazione del legno, sartoria e calzoleria. Una volta conclusa la formazione, l’organizzazione garantisce il supporto organizzativo e finanziario indispensabile per avviare piccole cooperative imprenditoriali e botteghe artigiane, fino al raggiungimento della completa autonomia.
In Afghanistan, esattamente a Kabul, Emergency ha aperto e gestisce il più importante Centro di chirurgia di guerra del paese, che che comprende, tra le altre cose, tre sale operatorie, un reparto di terapia intensiva, un pronto soccorso, sei ambulatori, laboratorio e banca del sangue, radiologia e apparecchiature per la fisioterapia e tomografia computerizzata. Il Centro è anche specializzato in traumatologia.
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(Foto di European Parliament su flickr)
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