In un periodo in cui si parla molto di vaccini, diventa interessante capire se possiamo fare qualcosa per migliorare la risposta del nostro sistema immunitario alla loro inoculazione. Se c’è ormai un certo accordo nella comunità scientifica sul fatto che l’esercizio fisico migliora la risposta del sistema immunitario, è anche vero che talvolta un’attività fisica troppo intensa può anche danneggiarlo. Per esempio, i maratoneti tendono ad avere altissime probabilità di contrarre il raffreddore subito dopo una gara (anche se c’è chi sospetta che questi problemi respiratori siano dati da infiammazioni e non da infezioni virali). Due studi complementari, di cui dà notizia il New York Times, hanno provato a fare chiarezza sulla questione. Le due ricerche, portate avanti dall’Università del Saarland, in Germania, e da altri istituti, hanno coinvolto lo stesso gruppo di atleti professionisti (corridori, nuotatori, wrestler, ciclisti, ecc.) per provare a trarre conclusioni sulla diversa efficacia del vaccino antinfluenzale tra persone che fanno molta attività fisica e persone che non ne fanno per niente. Una delle cose difficili per gli scienziati era convincere gli atleti a farsi vaccinare, vista la generale ritrosia della categoria ad assumere sostanze che potrebbero comprometterne i risultati sportivi. I ricercatori sono riusciti a mettere assieme un gruppo eterogeneo di 45 atleti, affiancati da un gruppo di controllo di 25 individui con caratteristiche simili, ma con uno stile di vita sedentario.
Il primo studio
Il primo studio, pubblicato a gennaio, era volto a stabilire se essere un atleta, e quindi sottoposto a routine di allenamento piuttosto pesanti, fosse un aiuto o un ostacolo alla reazione immunitaria data dal vaccino antinfluenzale. Dopo l’inoculazione del vaccino, sono stati fatti dei prelievi di sangue ai componenti dei due gruppi a distanza di una settimana, due settimane e sei mesi dalla vaccinazione. Gli scienziati hanno analizzato la presenza di cellule immunitarie e anticorpi specifici nel sangue prelevato. Ciò che hanno trovato è che negli atleti, soprattutto nella settimana immediatamente successiva all’inoculazione, il livello di queste sostanze era significativamente più alto rispetto al gruppo di controllo. Quindi, si può concludere che la protezione dal virus fosse maggiore negli atleti.
Il secondo studio
Nel secondo studio, pubblicato a luglio, i ricercatori hanno analizzato nuovamente gli stessi dati, ma stavolta prendendo in considerazione solo quelli degli atleti. Ciò che puntavano a misurare era l’eventuale minore risposta immunitaria dovuta ad allenamenti particolarmente intensi. È stato quindi confrontato il numero di cellule immunitarie e anticorpi negli atleti che erano stati vaccinati entro due ore dalla loro ultima sessione di allenamenti, rispetto a quelli vaccinati un giorno dopo l’ultimo allenamento. Nessuna differenza è stata rilevata: in entrambi i casi la reazione immunitaria era più o meno la stessa.
Si tratta di indicazioni importanti, per quanto non definitive, sul fatto che una buona condizione atletica possa essere un fattore positivo nella ricezione di un vaccino. Vale per quello antinfluenzale e probabilmente varrà anche per quello anti-COVID-19, di cui molto si parla e che sarà forse disponibile nel 2021. Nel dubbio, tenersi in forma ha talmente tante ricadute positive che conviene comunque prendere in considerazione la cosa.
(Foto di Fitsum Admasu su Unsplash)