Oggi riprendono le pubblicazioni di ZeroNegativo, dopo una settimana che non ha spostato significativamente gli equilibri geopolitici, con l’economia sempre al centro del dibattito sull’attualità, al di sopra e oltre gli orizzonti della vita civile e politica. Ci spiace ricominciare come ci eravamo lasciati, ossia ricordando un assassinio, ma stavolta si tratta di un crimine commesso il 19 agosto di 76 anni fa, che ha messo fine alla vita del poeta andaluso Federico Garcìa Lorca. Ucciso dall’esercito nell’ambito della Guerra civile spagnola, Lorca era un repubblicano convinto, pur essendo rimasto sempre al di fuori di ogni schieramento.
Ricordiamo le sue parole, pronunciate al discorso inaugurale della biblioteca del suo paese, Fuente Vaqueros, Granada (traduzione nostra dallo spagnolo): «E io da qui attacco con forza coloro che parlano solamente di rivendicazioni economiche, senza mai nominare le rivendicazioni culturali che sono ciò che i popoli chiedono a gran voce. È importante che tutti abbiano da mangiare, ma è altrettanto importante che tutti sappiano. Che godano di tutti i frutti dello spirito umano, perché altrimenti sarebbero convertiti in macchine al servizio dello Stato, schiavi di una terribile organizzazione sociale». Così diceva una delle tante persone non gradite, messa a tacere in quanto difensore della repubblica e, inoltre, omosessuale.
Oggi, pur nelle sue evidenti contraddizioni, viviamo in un mondo in cui il dissenso non si paga con la morte, ma che talvolta si dimostra incapace di affrontare personaggi complessi e controversi. Ieri, nel giorno dell’anniversario, Julian Assange ha parlato dall’ambasciata dell’Ecuador (Paese che gli ha concesso asilo politico) a Londra: «C’è ancora oppressione –ha detto– bisogna restare uniti contro l’oppressione. Obama, ferma la caccia a Wikileaks». Il suo caso è emblematico sotto almeno due punti di vista. Innanzitutto mette in luce l’incapacità del mondo attuale di uscire dalla deriva tecnicistica che ha investito anche la politica, almeno in Europa. Assange ha una personalità carismatica e difende la libertà dell’informazione, ma ha una formazione da programmatore e un passato da hacker, mentre Lorca era innanzitutto un poeta.
In secondo luogo, la sorte di Assange ci ricorda che oggi chi prova a mettere a nudo i punti deboli dei centri di potere non è più a rischio come un tempo, quando regimi totalitari potevano decretarne la morte anche nell’emisfero occidentale. Oggi a essere schiacciata è la credibilità di chi parla di cose che ad alcuni danno fastidio. Sarà la storia a dire se l’Ecuador sta dando asilo politico a un paladino dell’informazione, come egli si dichiara, a un pericoloso molestatore di donne, come sostengono le sue accusatrici svedesi, oppure ancora a una pericolosa spia, come sembrano sostenere gli Stati Uniti (o a tutte e tre queste cose assieme). Intanto, vista anche l’insistenza del caldo estivo, restiamo vittime della sete più insaziabile, quella di sapere.