Oggi è la festa del papà. Di tutti i papà, anche quelli “problematici”. Migliaia di padri vivranno la propria festa chiusi in una cella, perché condannati o in attesa di giudizio. Onorare questa giornata significa dar loro un’altra possibilità. Anche se privati della libertà, per un giorno avranno la possibilità di avere ancora una famiglia, grazie a varie associazioni che in tutto il Paese hanno organizzato per oggi (o per il fine settimana appena trascorso) iniziative volte a recuperare rapporti che gli imprevedibili testacoda della vita hanno allontanato.

È il caso della casa circondariale “Sant’Anna” di Modena, in cui «i figli delle persone recluse potranno festeggiare con un colloquio tutto speciale: ci saranno i trucchi e le magie dei volontari di “Ridere per vivere”, i dolcetti e i pupazzi offerti dai volontari del gruppo Carcere-Città, che si sono anche adoperati per rendere più accoglienti le salette dell’incontro». Non dimentichiamoci che la stragrande maggioranza delle strutture detentive italiane soffre di numerosi problemi, su tutti quello del sovraffollamento (a Modena oltre 500 detenuti, contro i 222 previsti dalla capienza regolamentare). Non si tratta quindi solamente di affrontare problematiche familiari, ma anche di farlo in strutture che favoriscono stati di disagio per i detenuti, che inevitabilmente ricadono su tutti gli ambiti della loro vita

«Alla festa del papà seguiranno altre feste, rese possibili grazie alla disponibilità dell’amministrazione penitenziaria e di tutto il personale, che rappresentano solo una parte di un progetto più complessivo che vuole essere di sostegno ai genitori nel mantenimento/rafforzamento del legame con i propri figli. Le attività progettate hanno un forte carattere educativo e preventivo, rappresentando un investimento importante per la qualità del rapporto educativo tra genitori e figli».

Tornando al territorio più vicino alla nostra sezione Avis, da segnalare l’iniziativa alla casa circondariale dei Miogni, Varese, dove «andrà in scena una storia creata dagli stessi detenuti insieme alle animatrici Uisp (Unione italiana sport per tutti, ndr) durante il laboratorio di favole che hanno seguito durante l’anno, sempre all’interno di un percorso che li aiuti a essere genitori quando finiranno di scontare la pena. Perché ai Miogni la maggior parte dei detenuti sta scontando pene inferiori a tre anni, e la maggior parte di loro sono giovani. Hanno quindi comunque un futuro da costruire davanti a sé, una volta tornati a casa. I detenuti hanno anche realizzato le belle scenografie della favola, che andranno ad arricchire lo spazio scenico della sala dei colloqui, già decorata negli anni scorsi dai loro compagni con coloratissimi murales. Saranno gli stessi papà detenuti a raccontare ai propri bambini, da protagonisti, la storia che hanno inventato per loro nei mesi scorsi».

Un paio di iniziative si sono invece svolte nel fine settimana. Venerdì 16 marzo alla casa circondariale di Piacenza ha festeggiato una cinquantina di persone tra bambini, mogli, fidanzate e papà detenuti. In questo istituto l’evento è una prima assoluta, e l’operatore sociale che segue i detenuti, Brunello Buonocore, mette in risalto l’importanza della collaborazione riuscita tra il volontariato, l’ente locale e l’istituzione penitenziaria. Scendendo verso il Lazio, a Civitavecchia, una giornata dedicata a padri e figli si è svolta sabato 17 nella casa circondariale Nuovo complesso. Ci auguriamo che, per le persone coinvolte in queste iniziative, quella di oggi sia una giornata di normalità, seppure incastrata in contesti difficili da accettare e gestire. A tutti buona festa del papà.