Qual è la fisica che regola gli oggetti che usiamo ogni giorno? Siete sicuri di sapere come funzionano ascensori, spazzolini elettrici, macchine del caffè? Se pensate di avere dubbi, vi viene incontro il libro La fisica nelle cose di ogni giorno, di James Kakalios, professore di fisica e astronomia all’Università del Minnesota. Ne parla Salvatore Marazzita su Micron, dopo una digressione introduttiva.
I filosofi presocratici, detti anche naturalisti, si sono presentati alla storia della filosofia grazie alle loro osservazioni e ragionamenti intorno alla natura, in greco physis. Il poema di Parmenide, che ha dato fondamento alla riflessione filosofica a seguire, era chiamato proprio perì physeos. Anche Epicuro aveva scritto la sua opera “sulla natura delle cose”. Aristostele, padre della logica, secondo le ipotesi più accreditate aveva scritto dei libri sulla natura, che si distinguevano da quelli che si proponevano di indagare “oltre-la-natura”, letteralmente metà-ta-physikà, la Metafisica.
L’osservazione della natura e la necessità di fornire una spiegazione razionale ai fenomeni naturali, sono uno dei motivi portanti della filosofia antica, insieme ovviamente alle riflessioni di carattere etico e politico. Questo avviene semplicemente perché non vi era distinzione tra filosofia e scienza. La filosofia tentava di cogliere i nessi e le implicazioni che c’erano tra l’uomo e la natura, già cosciente in parte che la conoscenza sarebbe potuta procedere solo cogliendo i fenomeni naturali nel loro manifestarsi a qualcuno, l’uomo, che ne sapesse interpretare i segni. Bisogna attendere Cartesio, nel 1600, perché si cominci a delineare con chiarezza la necessità di un metodo che si possa applicare alla conoscenza della natura. Solo con Kant si scopre però che i fenomeni sono conoscibili dall’uomo, perché egli partecipa attivamente alla formazione e alla decifrazione di essi. In altre parole, Kant si accorge che possiamo conoscere i dati empirici, solo perché possediamo a priori delle “griglie interpretative” della realtà, che sono proprie dell’uomo. Il soggetto diventa parte integrante del processo conoscitivo, non esistono realtà ultrafenomeniche che l’uomo possa conoscere: la conoscenza certa, scientifica, è solo la conoscenza dei fenomeni.
La Fisica, connubio perfetto tra verità di ragione (principi della matematica e della geometria) e verità di fatto (dati empirici) è nelle cose di ogni giorno, per il semplice fatto che ce la mettiamo noi, come uomini che si interrogano e studiano la natura. La fisica, lungi dal voler mostrare la Verità, si dispiega attraverso modelli di interpretazione delle realtà complesse che il cammino della conoscenza ci pone di fronte come sfide.
Il vantaggio della conoscenza scientifica del mondo è che essa funziona e si traduce inevitabilmente in tecnologia, sia di uso comune che specialistico, che a sua volta alimenta ulteriori ricerche e scoperte, in un meraviglioso circolo virtuoso, apparentemente senza fine.
James Kakalios, professore di Fisica e Astronomia all’Università del Minnesota, con la sua Fisica nelle cose di ogni giorno, non si pone certo l’obbiettivo di ripercorrere una storia del pensiero scientifico-filosofico. Il suo libro, pubblicato dopo il successo de La fisica dei supereroi, si propone come un viaggio della durata di una normale giornata, alla scoperta delle basi scientifiche che fanno da fondamento alla tecnologia che utilizziamo quotidianamente. Ascensori, spazzolini elettrici, macchine del caffè, orologi, smartphones, computer, sono oggetti che utilizziamo senza farci caso, scoprirne il funzionamento è l’occasione per addentrarsi nell’affascinante mondo della fisica. È un libro che è in grado di soddisfare, attraverso una scrittura semplice e diretta, la curiosità tipica di quei bambini che preferiscono rompere un giocattolo per scoprire come sia fatto, anziché giocarci.
La Fisica può essere considerata una delle branche del sapere più pop: le serie tv di successo come Big Bang Theory, i fumetti a sfondo scientifico, i personaggi come Stephen Hawking hanno reso gli studi complessi sulla materia, sull’universo e la loro energia un po’ più vicini a tutti, sapendo cogliere forse la necessità, comune al sapere specialistico, di uscire dalla torre d’avorio dei laboratori e delle biblioteche, coscienti che divulgare, anche attraverso la curiosità, sia un modo per aumentare la consapevolezza di tutti intorno al mondo della ricerca.
(Foto di Dewang Gupta su Unsplash)