In Lombardia è in corso una grossa polemica sui tagli ai fondi per la disabilità grave e gravissima, previsti dal Piano regionale per la non autosufficienza 2019-2021 licenziato il 23 dicembre 2019. Due mozioni votate dal Consiglio regionale il 14 gennaio scorso chiedono alla giunta un ripensamento di tale decisione, ma la preoccupazione cresce tra le migliaia di famiglie lombarde interessate dal provvedimento. Un gruppo di associazioni, guidato dalla Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), ha inviato una lettera alla Terza Commissione del Consiglio regionale della Lombardia, con alcune richieste specifiche. Su tutte, quella di alzare a 24 milioni di euro la base di fondi disponibili per questa finalità nella regione. «Siamo consapevoli che l’accoglimento delle nostre proposte richiederà un incremento delle risorse regionali stanziate, ma si tratta di una richiesta che crediamo sia “ragionevole e conveniente” ovvero “opportuna e giusta”, da un punto di vista etico, ma anche “proporzionata e misurata” da un punto di vista economico, al fine di evitare ulteriori interventi di carattere sanitario e sociosanitario, decisamente più onerosi». Vediamo di seguito alcuni passaggi della lettera, così come riassunto da Ledha sul suo sito.
Il problema del caregiver familiare
«Le associazioni chiedono di cancellare una richiesta particolarmente critica per le famiglie, l’assunzione del caregiver familiare come premessa per continuare a ricevere la parte fondamentale del sostegno previsto dal Fondo. Le associazioni chiedono di ripristinare le condizioni per cui, attraverso l’autocertificazione, si possa continuare a beneficiare del buono di 600 o 900 euro secondo i casi previsti lo scorso anno. Allo stesso modo le associazioni chiedono di ripristinare l’integrazione al buono (200 euro) in caso di presenza di assistente familiare o di contratto con enti gestori di servizi domiciliari, senza ulteriori vincoli. “In ogni caso, si chiede di eliminare il vincolo della frequenza scolastica ‘per massimo di 25 ore settimanali’ per beneficiare del Buono di 600 euro”, si legge nella lettera».
Cancellare il riferimento all’ISEE
«Alla Regione Lombardia si chiede inoltre di cancellare il riferimento all’ISEE ordinario come criterio di accesso alla misura nel caso di liste di attesa, perché illegittimo. Inoltre, i limiti di accesso in base all’ISEE alla misura B2 e al Provi siano allineati a quelli previsti per la misura B1, ovvero 50mila di ISEE sociosanitario per gli adulti e 65mila di ISEE ordinario per i minori».
Altri vincoli da eliminare
«Si chiede poi un’importante modifica della DGR per quanto riguarda l’accesso ai progetti di vita indipendente basati sull’assistenza indiretta. “Chiediamo si cancelli il requisito di accesso della ‘capacità di esprimere la propria volontà’, perché privo di base scientifica, eccessivamente discrezionale, contrario all’art. 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità – spiga Alessandro Manfredi, presidente LEDHA –. Chiediamo venga eliminato il vincolo di ‘vivere da soli’, perché irragionevole e lesivo della libertà delle persone con disabilità di vivere la propria vita familiare, e che si elimini il vincolo d’età fissato a 65 anni”.
(Foto di Magdalena Smolnicka su Unsplash)