La Geological Society of London è la più antica società geologica al mondo, e con i suoi 12mila soci anche la più grande. È stata fondata nel 1807, ma solo dal 1919, cento anni fa, accetta anche donne tra i suoi soci. Il blog della Geological Society sta ricostruendo la storia delle prime otto socie che nel maggio del 1919 furono ufficialmente ammesse nella Società.
Un percorso che parte da lontano
Il primo paper scritto da una donna a essere letto durante un incontro della Società risale al 1824, era stato scritto da Maria Graham e trattava degli effetti di alcuni recenti terremoti avvenuti in Cile. L’articolo ricevette varie critiche, che sembravano dirette più verso l’autrice in quanto tale piuttosto che contro le teorie contenute. Nel 1893 ci fu il primo riconoscimento conferito a una donna, destinato a Catherine Raisin per le sue ricerche sulla petrologia. Raisin era specializzata anche in mineralogia e fu la prima donna a guidare un dipartimento di geologia in Inghilterra. Il paradosso è che essendo una donna non aveva diritto ad assistere agli incontri della Società, e quindi a ritirare il suo premio. La stessa cosa accadde sette anni dopo a Gertrude Elles (che poi sarebbe diventata socia della Società), premiata per i suoi studi sui graptoliti (un tipo di fossili). La prima volta di due donne alle riunioni della Società avvenne nel 1901 quando, nonostante il divieto ancora in vigore, un ex-presidente dell’associazione, Archibald Geikie, portò con sé due donne. Nel 1904 Maud Healey fu presente alla lettura di un suo articolo sulle ammoniti nel Giurassico. Il processo di riflessione interna per valutare l’ammissibilità delle donne come socie (Fellows in inglese) iniziò nel 1901, proseguendo per alcuni anni tra votazioni interne, discussioni e veti. La Prima guerra mondiale segnò un’accelerazione del processo e nel dicembre 1918 il Consiglio affidò a un comitato il compito di elaborare il modo più rapido e conveniente per ammettere anche le donne nella Società. La soluzione fu una sola riga di testo aggiunta come interpretazione dell’articolo 23 dello statuto, per dire che “tutto ciò che in questo statuto è riferito agli uomini, va esteso anche alle donne”.
Rachel Workman MacRobert
Le prime donne a essere ammesse nella Società hanno storie molto diverse. Tra queste, Rachel Workman MacRobert è forse quella il cui percorso è più legato ai movimenti femministi per il riconoscimento del ruolo delle donne nella scienza. La madre era una suffragetta e aveva sempre spinto la figlia a sfidare i limiti imposti dalla cultura maschilista dominante anche nel suo campo. Nella sua carriera ha studiato geomorfologia glaciale, petrologia e mineralogia in Scozia, Svezia e Norvegia. Era molto attiva nella comunità scientifica e cercava di essere presente a più conferenze possibili, nonostante il clima dominante. Nel 1913 cercarono di espellerla dal meeting annuale della Geolocial Society. Le dissero che non poteva entrare perché non era socia: lei rispose che non era colpa sua, ma della Society, si fece strada e prese posto alla conferenza. Episodi di discriminazione non si verificavano solo negli incontri ufficiali, ma anche nel lavoro sul campo. «Di base sono tutti gentili, ma ho dovuto superare l’irritazione che spesso hanno gli uomini quando le donne partecipano a spedizioni scientifiche. Ora che hanno scoperto che non sono una lagna e non li annoio con chiacchiere inutili sono molto gentili».
Foto di O.E. Meinzer – U.S. Department of the Interior U.S. Geological Survey photo, via [1], Public Domain, Link