La Giornata mondiale della salute 2020, che si celebra oggi, è dedicata a infermieri e ostetriche. Quando fu data la notizia a gennaio, il mondo era qualcosa di molto diverso da ciò che è oggi. Allora il coronavirus era considerato, a torto, un problema della Cina e di alcuni paesi asiatici vicini. Luoghi così lontani da noi che abbiamo pensato che da noi il problema non sarebbe arrivato. La storia delle ultime settimane ci insegna che avevamo drammaticamente torto.

Gli infermieri nel mondo e in Italia

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), infermieri e ostetriche messi assieme costituiscono la metà del personale medico a livello mondiale. I due comparti hanno un ruolo fondamentale nella tutela della salute della popolazione, assieme ai medici e al resto del personale sanitario, e nei casi di emergenza come quello che stiamo vivendo questo è ancora più evidente. Secondo l’Oms, per ottenere la copertura totale dei servizi sanitari a livello mondiale entro il 2030 (uno degli obiettivi dell’agenda Onu) bisognerebbe assumerne altri 9 milioni. Guardando i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd), si può vedere come l’Italia abbia un numero piuttosto basso di infermieri ogni mille abitanti.

Il dato più recente, del 2017, è di 6,17. I paesi a cui di solito ci paragoniamo hanno valori ben superiori: 10,8 la Francia, 12,93 la Germania (dati 2018). La Spagna fa peggio con 5,74 (dato 2017). Un numero da solo non spiega la complessità del quadro, certo, e la situazione nel nostro paese è molto diversificata a seconda del territorio, anche a causa della competenza regionale sulla salute, ma è innegabile che qualche problema c’è. Sui giornali si sono lette cose commoventi e preoccupanti sul lavoro di infermieri e medici nelle ultime settimane. Turni lunghissimi per coprire l’improvviso aumento di pazienti che presentavano i sintomi del COVID-19, stress e frustrazione dati dall’impossibilità di assistere tutti con la dovuta cura e attenzione. E purtroppo anche il fatto che, a quanto sembra, in alcune zone non si stanno facendo loro i tamponi, mettendo così a rischio la loro salute e quella dei pazienti.

Le difficoltà degli infermieri

La Federazione di categoria (Fnopi) ha lamentato vari problemi sulle condizioni di lavoro degli infermieri a causa del coronavirus: «Dispositivi di protezione individuale non adeguati ai rischi e ai compiti – se non spesso del tutto assenti – e carenza di personale che costringe a turni ben oltre quelli fisicamente sopportabili. Senza ovviamente nemmeno che si possano rispettare le regole su riposi o alternanza: il personale non c’è». Pur consapevoli del momento di difficoltà che sta attraversando il paese, e della delicatezza delle decisioni da prendere in questi giorni, qualcuno prima o poi dovrà rispondere delle inadempienze e degli errori che si stanno compiendo. La Fnopi ha rilevato che finora, nei provvedimenti del governo, si è data scarsa importanza agli infermieri, concentrando gli sforzi (soprattutto in termini di assunzioni e pagamenti) sui medici. «Gli infermieri – si legge sul sito della Federazione – finora sono la gran parte di quegli operatori sanitari risultati positivi a COVID-19 e molti di loro sono anche deceduti per colpa dell’epidemia. Gli infermieri sono quei professionisti che accolgono i pazienti, gli sono vicini e spesso li supportano in momenti in cui altrimenti resterebbero del tutto soli». Oggi si celebrano gli infermieri come eroi, giustamente, ma è inevitabile pensare che la gestione poteva essere diversa, e oggi chi è in corsia sta pagando per gli errori strategici del passato.