Vi è mai capitato di sentirvi giù di morale, ma senza un vero motivo? Oppure di svegliarvi la notte, improvvisamente vigili e con una sensazione d’ansia, senza capire perché? Se sì, provate a chiedervi se prima di queste esperienze avete consumato alcolici. Quanto prima può variare: anche un paio di giorni, il che può rendere più complicato mettere in correlazione le due cose.

Quest’anno sta avendo una discreta risonanza il “Dry January”, ossia l’impegno (che qualcuno chiama impropriamente sfida, per un automatismo che trasforma tutto in challenge) a non bere alcolici per tutto gennaio. Un modo come un altro per prendersi cura del proprio corpo dopo un periodo in cui si tende a esagerare col cibo e col bere (quello delle feste invernali), ma anche, secondo diversi studi, per poi consumare meno alcolici nei mesi successivi. L’iniziativa esiste da una decina d’anni, su ZeroNegativo ne abbiamo parlato nel 2018, e la cosa dev’essere stata apprezzata visto che risulta uno dei nostri post più letti di sempre.

Torniamo sul tema degli effetti collaterali dell’alcol grazie al docente di psichiatria clinica Richard Friedman, che ne ha scritto sul New York Times.

«La maggior parte delle persone non si rende conto che mentre gli effetti piacevoli dell’alcol sono quasi istantanei, quelli negativi sono differiti, spesso di diverse ore o addirittura di giorni – scrive Friedman –. Questo lasso di tempo rende difficile stabilire un legame tra l’alcol e i suoi effetti negativi».

Non è necessario soffrire di depressione clinica o di disturbi d’ansia per sperimentare gli effetti negativi dell’alcol, spiega Friedman. Questi si manifestano anche con un consumo moderato di alcol, quello dei normali “bevitori sociali” che non presentano alcuna patologia psichiatrica.

Come l’alcol interferisce con il sonno

«Avete mai notato quanto velocemente vi addormentate dopo uno o due bicchieri di vino – chiede Friedman –, per poi risvegliarvi qualche ora più tardi fastidiosamente vigili e nervosi?».

L’alcol ha effetti sedativi notevoli e ha come bersaglio il recettore del GABA (il principale neurotrasmettitore inibitorio del cervello), che aumenta l’attività del GABA e media l’effetto calmante dell’alcol. Il problema è che l’alcol viene assorbito rapidamente e in genere eliminato entro due-cinque ore, quindi l’effetto sedativo svanisce, lasciando la persona “iper-allertata” nel cuore della notte.

Pur facendo addormentare in fretta, l’alcol sopprime il sonno REM (quello in cui si sogna) e fa svegliare più tardi durante la notte. Questo porta a un sonno di scarsa qualità e a una scarsa energia diurna che viene di solito bilanciata con la caffeina, che a sua volta aggrava l’insonnia e richiede più alcol per addormentarsi. Ed eccoci in una spirale negativa che si auto-alimenta.

Gli effetti dell’alcol sull’umore

Esiste una forte evidenza empirica, spiega Friedman, che l’alcol abbia effetti depressivi e, oltre una certa soglia che varia da persona a persona, possa causare depressione clinica. L’aumento dell’ansia dopo una notte di consumo anche moderato è comune, in quanto l’effetto stimolante del GABA da parte dell’alcol si dissipa rapidamente.

L’alcol ha effetti negativi anche sui processi cognitivi. Si sa che bere molto è deleterio per il cervello, ma studi recenti suggeriscono che anche un consumo moderato di alcol – circa quattro-cinque bicchieri di vino alla settimana – è legato a un rallentamento delle funzioni cognitive e dei tempi di reazione.

Uno studio recente, condotto su circa 20 mila persone, ha rilevato che un consumo di alcol superiore a 3,5 bicchieri di vino a settimana era associato a livelli più elevati di ferro in diverse regioni cerebrali e a prestazioni inferiori nei test cognitivi. La buona notizia è che questi effetti sono in genere reversibili smettendo di bere.

Quindi, consiglia Friedman, se vi sentite ansiosi, giù di morale, stanchi o mentalmente annebbiati, provate a eliminare l’alcol per una o due settimane. Potreste rimanere piacevolmente sorpresi.

(Foto di Andrea Piacquadio su Pexels)

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