«Negli ultimi due anni abbiamo imparato che il COVID-19 può avere gravi ripercussioni sul cervello, sia a breve sia a lungo termine», si legge in un articolo del New Scientist tradotto da Internazionale. La buona notizia è che probabilmente tali effetti sono reversibili.

Oggi gli scienziati cominciano ad avere un quadro più chiaro di come il coronavirus potrebbe determinare una serie di disturbi che includono nebbia cognitiva, depressione, confusione e perfino ictus. Le scoperte più recenti suggeriscono che di rado il virus infetta le cellule cerebrali in modo diretto, mentre danneggia il cervello indirettamente causando coaguli di sangue o stimolando una risposta immunitaria nociva.

In base alle ultime ricerche, la notizia incoraggiante è che molte di queste pericolose alterazioni del cervello probabilmente sono reversibili.

Sofferenza costante

Fin dall’inizio della pandemia, è emerso che i casi gravi di covid-19 potrebbero portare a ictus, confusione e debolezza muscolare. Si stima che, nelle prime fasi dell’infezione, circa una persona su quattro sperimenti una forma di depressione, e una su otto una forma d’ansia. A lungo termine, però, il prezzo da pagare al livello neurologico e mentale potrebbe essere ancora più alto: un’analisi delle cartelle cliniche di più di 230mila pazienti guariti dal covid ha dimostrato che più o meno un terzo dei pazienti ha continuato a riportare disturbi neurologici o psichiatrici fino a sei mesi dopo aver contratto il virus.

In un sondaggio condotto negli Stati Uniti su quasi mille persone con sintomi da covid a lungo termine (long covid), il 47 per cento degli intervistati ha riferito di soffrire in modo costante di nebbia cognitiva, difficoltà di concentrazione o perdita delle memoria.

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(Foto di Road Trip with Raj su Unsplash )

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