Nei giorni scorsi la prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha pubblicato una serie di articoli dedicati al diabete, in cui ha lanciato un allarme: «Il mondo non è riuscito a comprendere la natura sociale del diabete e ha sottovalutato la portata e la minaccia che rappresenta». Il numero di persone affette da diabete è in forte aumento in tutto il mondo. Entro il 2050 si prevede che oltre 1,3 miliardi di persone soffriranno di questa malattia, che compromette la qualità della vita, porta ad alti tassi di mortalità e aggrava altre malattie.
La stima di The Lancet è accompagnata da diversi articoli che illustrano come le disuguaglianze nell’accesso alle cure e a condizioni di vita più favorevoli aggravino l’impatto del diabete nei Paesi a basso reddito e tra le minoranze vulnerabili nei Paesi ricchi.
La progressione del diabete sta accelerando, spiega un articolo su Le Monde. Secondo i le stime di un centro di ricerca specializzato di Seattle, nel 2021 erano 529 milioni le persone affette da questa malattia. In termini percentuali, a livello globale si è passati dal 3,2% nel 1990 al 6,1% nel 2021. Le previsioni sono che nel 2050 si arrivi al 9,8%. Questa tendenza è determinata dall’aumento del numero di persone con problemi di obesità e peso in eccesso, ma anche dall’insicurezza alimentare e dall’invecchiamento della popolazione. In Italia, secondo dati Istat riportati dal Ministero della Salute, l’incidenza del diabete di tipo 2 è di circa il 6% su base nazionale, mentre dello 0,5% per quanto riguarda il diabete di tipo 1.
La quasi totalità (96%) dei casi di diabete registrati oggi nel mondo è di tipo 2, che compare soprattutto nelle persone di età superiore ai 40 anni ed è legato a una dieta non corretta e alla mancanza di attività fisica in persone geneticamente predisposte a questa patologia. Ma il diabete è in aumento anche nelle persone di età inferiore ai 19 anni. I primi segnali arrivano dagli Stati Uniti, dove la prevalenza in questa popolazione è raddoppiata negli ultimi 20 anni.
Mentre avere due genitori diabetici dà il 50% di possibilità di sviluppare la malattia, prosegue Le Monde, i principali fattori di rischio rimangono un alto indice di massa corporea, una dieta troppo ricca di carne e zuccheri e carente di frutta, verdura e fibre, un ambiente inquinato, un alto consumo di fumo e alcol e una scarsa attività fisica.
Sebbene tutti i Paesi del mondo siano interessati da questa tendenza all’aumento, più di tre quarti degli adulti diabetici vivranno in Paesi a basso reddito entro il 2045. In particolare, l’Africa subsahariana vedrà raddoppiare il numero di diabetici entro quella data. Il diabete di tipo 2 è una malattia non trasmissibile ampiamente prevenibile e, in alcuni casi, potenzialmente reversibile se diagnosticata e gestita precocemente. Per questo motivo, gli autori del report pubblicato su The Lancet sottolineano l’impatto delle disuguaglianze nell’accesso alla diagnosi e alle cure come l’insulina, ma anche a uno stile di vita sano e a una dieta bilanciata.
The Lancet scrive che «il razzismo strutturale e le disuguaglianze geografiche portano a conseguenze cliniche legate al diabete». Per risolvere queste disuguaglianze razziali, sociali e geografiche, i ricercatori che hanno condotto gli studi pubblicati su The Lancet sottolineano l’importanza di politiche pubbliche che affrontino non solo la diagnosi e il trattamento, ma anche, più in generale, l’accesso a tutti quegli aspetti di prevenzione e qualità della vita che ruotano attorno alla malattia.
Ricordati di farlo
Lo sai che puoi destinare il 5 per mille dell’IRPEF all’Avis di Legnano? Basta inserire il nostro codice fiscale al momento della dichiarazione. Useremo i proventi per fare ancora meglio ciò che facciamo da sempre.