Mentre alcuni paesi esitano a ridurre la produzione di plastica, temendo ripercussioni negative per le proprie economie, la ricerca suggerisce che è vero il contrario: l’inazione sull’inquinamento da plastica rappresenta un rischio maggiore per l’economia globale.

Diversi studi, di cui scrive The Conversation, evidenziano l’immenso costo associato alla gestione dei rifiuti di plastica, che oscilla (a seconda delle stime) tra 643 miliardi e 1.610 miliardi di dollari a livello globale tra il 2016 e il 2040. Questi costi, inizialmente sostenuti dai comuni e dalle società di gestione dei rifiuti, alla fine ricadono sui contribuenti.

Oltre alla gestione dei rifiuti, spiega l’articolo, i danni ambientali causati dall’inquinamento da plastica sono ancora più preoccupanti. Si stima che il costo dei danni ecologici agli ecosistemi marini e terrestri vada da 1.860 miliardi di dollari all’incredibile cifra di 268.500 miliardi di dollari nello stesso periodo. Questo include l’impatto devastante del consumo di plastica sulla fauna selvatica, con specie come tartarughe, pesci e uccelli marini che soffrono a causa dell’ingestione di detriti di plastica.

La crisi della salute umana legata all’inquinamento da plastica aggiunge un ulteriore livello all’onere economico. L’esposizione alle sostanze chimiche nocive contenute nella plastica è stata collegata a diversi problemi di salute, tra cui disabilità intellettiva, diabete, obesità, infertilità, disturbi ormonali e tumori. Secondo le stime, il costo delle malattie legate a queste sostanze chimiche dovrebbe raggiungere oltre 11mila miliardi di dollari tra il 2016 e il 2040.

Queste cifre, pur altissime, sono probabilmente sottostimate, in quanto non tengono pienamente conto dei costi di rimozione delle microplastiche, dei danni agli ecosistemi terrestri in tutto il mondo e degli impatti sulla salute al di fuori di Europa, Stati Uniti e Canada. Inoltre, il peso dell’inquinamento da plastica colpisce in modo sproporzionato i Paesi a basso reddito, nonostante il loro contributo alla produzione e al consumo di plastica sia minimo.

I risultati degli studi sottolineano l’urgenza di ridurre la produzione di plastica. Concentrarsi solo sulla gestione dei rifiuti, come propongono alcuni Paesi, non affronta la causa principale del problema. Senza limitare la produzione, la quantità di plastica che entra negli ecosistemi potrebbe raddoppiare entro il 2050, con costi ancora maggiori.

C’è però un aspetto positivo. Sebbene questa transizione richieda investimenti iniziali, i benefici economici e ambientali a lungo termine superano di gran lunga i costi.

I negoziati sul trattato globale sulle materie plastiche rappresentano un’opportunità cruciale per i leader mondiali di intraprendere un’azione decisiva. La mancata attuazione di misure solide per ridurre la produzione di plastica avrà conseguenze disastrose, con i cittadini e i consumatori che sopporteranno il peso dei crescenti costi economici e ambientali.

(Foto di OCG Saving The Ocean su Unsplash)

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