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La guerra in corso a Gaza ha scatenato enormi sofferenze sui suoi abitanti. A essere più colpiti, inevitabilmente, sono i più vulnerabili, e in particolare i bambini, alle prese con un profondo disagio psicologico e continue privazioni. Un recente studio del Community Training Centre for Crisis Management (CTCCM) traccia un quadro piuttosto crudo dell’impatto della guerra sulla salute mentale e sul benessere dei bambini.
A partire dal 7 ottobre 2023, il conflitto ha causato la morte di circa 15 mila bambini, mentre molti di più sono rimasti feriti o con mutilazioni. La distruzione di infrastrutture civili, tra cui scuole e ospedali, ha aggravato la crisi, costringendo le famiglie in rifugi di fortuna privi di beni di prima necessità come cibo, acqua e assistenza sanitaria.
Il rapporto del CTCCM, basato su un’indagine condotta su 504 famiglie con bambini feriti, disabili o non accompagnati, rivela che il 96% di loro è stato sfollato almeno una volta dall’inizio della guerra. Molte famiglie hanno subito più sfollamenti, essendo costrette a fuggire ripetutamente dalle loro case in cerca di sicurezza. Questo incessante stravolgimento della situazione, unito alla costante minaccia di violenza, ha avuto un impatto devastante sul benessere psicologico dei bambini.
I caregiver intervistati (persone che, a titolo gratuito, si occupano dell’assistenza di un familiare non autosufficiente) hanno riportato tassi allarmanti di angoscia tra i bambini, con l’87% che vive grave paura e il 79% che soffre di incubi. Quasi la metà dei bambini si aspetta di morire a causa della guerra, come riflesso del senso di disperazione che pervade la regione. Comportamenti aggressivi, fare la pipì a letto, difficoltà di concentrazione e isolamento sociale sono anch’essi prevalenti, contribuendo al quadro di un’infanzia distrutta dal conflitto.
Lo studio evidenzia l’urgente necessità di servizi di salute mentale e supporto psicosociale per i bambini di Gaza. War Child, che opera nella regione dal 2006, sta cercando di fornire aiuti d’emergenza, servizi di protezione dell’infanzia e sostegno all’istruzione. L’organizzazione fornisce anche servizi di salute mentale specializzati per aiutare i bambini a elaborare i traumi e a costruire la propria capacità di recupero. Tuttavia, la portata della crisi richiede una risposta molto più ampia.
Oltre ai bisogni psicologici immediati, i bambini di Gaza devono affrontare molte altre sfide. La guerra ha paralizzato l’economia, portando il tasso di disoccupazione all’80% tra le famiglie intervistate. Molti minori sono stati costretti ad assumere il ruolo di capofamiglia, sacrificando la loro istruzione e la loro infanzia per sostenere i propri cari.
Il collasso del sistema sanitario ha lasciato molti bambini senza accesso alle cure mediche essenziali. Le malattie croniche non vengono curate, la malnutrizione dilaga e il rischio di epidemie è in aumento.
Anche il sistema educativo è stato decimato, con scuole distrutte, insegnanti uccisi e innumerevoli bambini privati del diritto all’apprendimento. Sebbene alcune organizzazioni stiano tentando di fornire opportunità di apprendimento alternative, la situazione rimane disastrosa.
L’aumento degli aiuti umanitari è fondamentale, ma una soluzione duratura richiede la cessazione delle ostilità e l’impegno a ricostruire le vite distrutte della generazione più giovane di Gaza. Senza un intervento urgente, le cicatrici psicologiche di questo conflitto continueranno a pesare sui bambini di Gaza per gli anni a venire.
(Foto dipvproductions su Freepik)
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