Tra qualche mese, donatori e donatrici di Avis Legnano che risiedono e vivono a Legnano potranno offrirsi come volontari per un progetto di ricerca per il miglioramento della salute pubblica.

Si tratta del progetto “MAMELI”, esplicito omaggio all’autore del testo dell’inno nazionale che cita Legnano, e acronimo che sta per “MApping the Methylation of repetitive elements to track the Exposome effects on health: the city of Legnano as a LIving lab”, in italiano “Mappare la metilazione degli elementi ripetuti per tracciare gli effetti dell’esposoma sulla salute umana: la Città di Legnano come ‘laboratorio vivente’”. Si tratta di un progetto finanziato dal Consiglio europeo per la ricerca con quasi 3 milioni di euro, e sostenuto dal Comune di Legnano, da Avis Milano e Avis Legnano, che metterà a disposizione l’infrastruttura necessaria per effettuare in modo sicuro i prelievi di sangue. Il progetto vede coinvolti l’Università di Parma, l’Università dell’Insubria e l’Istituto Italiano di Tecnologia. A coordinarlo è Valentina Bollati, legnanese, professoressa associata del dipartimento di Scienze cliniche e di comunità dell’Università degli studi di Milano.

L’obiettivo di MAMELI è studiare come l’esposizione a fattori ambientali, tra cui l’aria che respiriamo, la dieta, le abitudini di vita, (ciò che in ambito scientifico si definisce “esposoma”) influenza l’espressione dei nostri geni, pur senza alterare la sequenza del DNA. Come ci ha spiegato Valentina Bollati, «l’esposoma è costituito da tutto ciò a cui siamo esposti nel corso della nostra vita, in senso negativo e positivo: la qualità dell’aria o l’alimentazione, ma anche il tempo che passiamo in spazi verdi, o nella contemplazione di opere d’arte». L’interesse di questo tipo di ricerche sta nello stretto legame tra esposoma e salute: spesso lo sviluppo di una malattia è infatti in gran parte determinato da fattori di rischio comportamentali, ambientali e occupazionali, su molti dei quali possiamo potenzialmente intervenire.

Il progetto si svilupperà in due fasi. La prima, che vedrà l’avvio a gennaio 2024, avrà come protagonisti (almeno) 200 donatori e donatrici di Avis Legnano. La partecipazione sarà del tutto volontaria, e la scelta avverrà nel corso della telefonata con cui si programma la donazione periodica. Chi accetterà sarà invitato due settimane prima della donazione nella nostra sede dove, oltre ad avere maggiori informazioni sul progetto ed esprimere il proprio consenso, riceverà un braccialetto Fitbit per registrare il battito cardiaco e la sua variabilità, la qualità del sonno e il livello di attività fisica. Il donatore dovrà inoltre attivare un’app che raccoglierà quotidianamente informazioni sul consumo di acqua o alcool, il fumo e l’umore attraverso domande rapide durante il giorno. Con l’attivazione della funzione GPS sul telefono, che registrerà la posizione del donatore, sarà inoltre possibile conoscere l’esposizione all’inquinamento dell’aria e identificare la permanenza in aree verdi piuttosto che in zone molto trafficate. Dopo due settimane, quando i volontari si presenteranno in Avis per la donazione, un collaboratore del progetto raccoglierà i dati riportati dal braccialetto e dall’app e realizzerà un’intervista sullo stato di salute e sullo stile di vita dei volontari. Contestualmente saranno raccolti una provetta di sangue, un campione di urine e un tampone nasale. Per proteggere la riservatezza delle persone coinvolte, tutte le informazioni e i campioni biologici raccolti saranno privati di ogni riferimento personale e identificati solamente tramite una sequenza numerica di 10 cifre.

La tutela della privacy è un punto cardine per i ricercatori di MAMELI, che come tutti i team di ricerca devono rispettare le stringenti norme europee in tema di protezione dei dati personali. «Abbiamo impiegato alcuni mesi per elaborare un protocollo che garantisca il totale rispetto della privacy dei partecipanti», ci ha spiegato Bollati.

Nella seconda fase, che prenderà il via  tra maggio e giugno del 2024, il progetto prevedrà il coinvolgimento di altre 6.000 persone, ossia il 10 per cento circa della popolazione residente a Legnano che, insieme ai soggetti precedentemente reclutati, andranno a costituire la “Coorte MAMELI”. I risultati ottenuti dalla Coorte MAMELI saranno fondamentali per identificare le relazioni tra fattori ambientali, stile di vita e benessere generale. Queste informazioni potranno essere utilizzate per sviluppare strategie di prevenzione e migliorare la salute pubblica.

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