Quando i primi vaccini contro il COVID-19 si sono resi disponibili, è apparso chiaro fin da subito che a beneficiarne sarebbero stati prima, e in prevalenza, i paesi più ricchi. Quelli a medio e basso reddito infatti sono stati messi in secondo piano nella contrattazione con le case farmaceutiche e, anche a fronte di iniziative che hanno cercato di ridurre il gap, la carenza di personale e infrastrutture ha fatto il resto.
Ora che esistono anche dei farmaci consigliati per la cura del coronavirus, sembra ripetersi una dinamica simile. Almeno così riporta uno studio citato da Oxfam Italia, che racconta come la disponibilità di dosi per i paesi più ricchi sia incomparabilmente maggiore rispetto a quelli poveri. Inoltre, grazie al diverso potere di contrattazione delle parti, la disuguaglianza si verifica anche rispetto ai prezzi.
«I Paesi ricchi – si legge sul sito di Oxfam Italia – si sono già assicurati il triplo delle dosi di Plaxovid – il principale antivirale per il Covid 19 in commercio prodotto da Pfizer e raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità – rispetto ai Paesi a basso e medio reddito. Nonostante questi rappresentino l’84% della popolazione mondiale e abbiano un tasso di vaccinazione, e quindi di protezione dalla malattia grave, di gran lunga inferiore: la percentuale della popolazione vaccinata con ciclo primario completo è ancora sotto il 20% nei Paesi a basso reddito mentre in quelli ad alto reddito si supera il 74%.
L’Italia ad esempio – dove la percentuale di popolazione vaccinata con il ciclo iniziale completo supera l’81% – si è già assicurata 600 mila trattamenti, pur avendone utilizzate finora poco più di 82.000».
Solo un quarto degli ordini finirà ai paesi in via di sviluppo, spiega ancora Oxfam, e in alcuni casi questi saranno pagati fino a dieci volte tanto rispetto al costo di un farmaco generico equivalente.
«I trattamenti antivirali orali sono facili da somministrare e sarebbero fondamentali nei Paesi a basso reddito dove non ci sono strutture sanitarie in grado di fronteggiare nuovi picchi di contagi – hanno detto Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, presidente di Emergency –. Eppure, al momento, sono accessibili quasi esclusivamente nei Paesi più ricchi, dove la popolazione è già significativamente protetta grazie ai vaccini e dove si può contare su diversi tipi di cure e un’assistenza sanitaria, che consente di sopravvivere in molti casi anche agli effetti più gravi che il virus può causare».
Le associazioni che si sono occupate dello studio sono impegnate in una campagna per la sospensione del diritto di proprietà intellettuale dei vaccini, e ora anche dei farmaci.
Tempo fa scrivevamo che il Covid era stato doppiamente letale nei paesi poveri rispetto a quelli ricchi. Nel frattempo gli studi sono proseguiti e ora quell’affermazione va rivista, dato che si è arrivati a dire che la letalità sia stata non doppia ma quadrupla. È bene quindi agire subito per evitare che la situazione continui a peggiorare nei mesi a venire.
«I farmaci antivirali orali sono facili da somministrare. Riducono l’ospedalizzazione e i decessi. E possono ridurre la probabilità di “long Covid”. Eppure, al momento, sono accessibili quasi esclusivamente alle persone dei paesi più ricchi», ha detto Catherine Kobutungi, direttrice esecutiva del Centro di ricerca sulla popolazione e la salute in Africa. «Il fatto è che se sei una persona vulnerabile affetta da COVID-19 in un paese ad alto reddito, probabilmente avrai accesso a terapie che possono aiutarti a sopravvivere. Se vivi in un paese a basso reddito, probabilmente non lo avrai. È una disuguaglianza grottesca e che uccide».
«Decenni fa – ha aggiunto Mohga Kamal Yanni, policy co-lead della People’s Vaccine Alliance – i governi hanno consentito alle aziende farmaceutiche di controllare il prezzo, la distribuzione e la fornitura di farmaci salvavita contro l’HIV, e milioni di persone sono morte senza avere accesso a prezzi sostenibili. Ora, la stessa cosa sta accadendo con i vaccini e i farmaci contro il COVID-19. Alle aziende è stato permesso di decidere chi vive e chi muore. Gli Stati membri dell’Organizzazione mondiale per il commercio devono garantire che la salute pubblica abbia la precedenza sugli interessi commerciali».
(Foto di James Yarema su Unsplash)
Se sei arrivato fin qui
Magari ti interessa iscriverti alla nostra newsletter settimanale. Ricevereai il riepilogo delle cose che pubblichiamo sul blog, e se succede qualcosa di importante che riguarda l’associazione lo saprai prima di tutti.