I pronto soccorso italiani sono in crisi e si trovano di fronte a un futuro minaccioso. Daniele Coen, medico veterano del pronto soccorso, espone i problemi e le potenziali soluzioni nel suo libro Corsia d’emergenza.

Coen spiega come i pronto soccorso siano una parte vitale del sistema sanitario pubblico, che sta cedendo sotto le pressioni del sistema. Un problema fondamentale è la carenza di posti letto ospedalieri, che ha portato al sovraffollamento dei pronto soccorso. I pazienti che necessitano di un ricovero sono spesso lasciati in attesa per ore, o addirittura giorni, sulle barelle, intasando lo spazio destinato ai nuovi arrivi. Questo fenomeno ha un impatto diretto sulla qualità delle cure, portando a ritardi nel trattamento di patologie potenzialmente letali e a un aumento dei tassi di mortalità. Uno studio francese, pubblicato su JAMA, ha dimostrato che i pazienti anziani che hanno dovuto attendere una notte al pronto soccorso per un posto letto avevano un tasso di mortalità più elevato rispetto a quelli ricoverati tempestivamente.

La carenza di posti letto è aggravata da una crisi di personale, con un numero inferiore di medici e infermieri disposti a lavorare nell’ambiente del pronto soccorso. Questo ha messo a dura prova il personale esistente, con esperienze di burnout da parte degli operatori sanitari, che talvolta hanno dovuto perfino affrontare azioni legali contro di loro.

Coen sottolinea che i tentativi di ridurre il numero di persone che cercano cure d’emergenza sono in gran parte falliti. Sebbene alcune regioni abbiano sperimentato cliniche fuori orario e ticket maggiorati per l’uso “inappropriato” dei servizi di emergenza, queste iniziative hanno avuto uno scarso impatto. Ciò, secondo Coen, è dovuto al fatto che le persone ritengono che gli ospedali offrano tecnologie e competenze migliori rispetto alle cliniche locali e che la causa principale del sovraffollamento risieda nella mancanza di letti ospedalieri disponibili.

Il libro di Coen non si limita a delineare i problemi, ma approfondisce anche le sfide specifiche del trattamento di patologie potenzialmente letali come infarti, ictus, traumi e infezioni gravi. Sottolinea l’importanza della golden hour, la finestra di tempo cruciale dopo l’insorgenza di queste condizioni, durante la quale un intervento tempestivo può migliorare significativamente i risultati. Coen sottolinea il ruolo delle campagne di sensibilizzazione del pubblico nell’incoraggiare le persone a cercare aiuto immediato in caso di infarto. Sottolinea inoltre il valore dei protocolli standardizzati, come il manuale Advanced Trauma Life Support, che delinea le procedure per la gestione dei traumi maggiori. Il successo di questi protocolli, osserva, dipende da un’efficace comunicazione e collaborazione tra tutto il personale medico coinvolto.

L’esperienza di Coen durante la pandemia di COVID-19 illustra chiaramente l’importanza della preparazione nell’assistenza sanitaria. Egli racconta come la pandemia abbia messo in luce l’impreparazione del sistema sanitario italiano, costringendo gli operatori sanitari a prendere decisioni difficili sotto estrema pressione. Sostiene che investire nella preparazione alle catastrofi non solo aiuta in circostanze eccezionali, ma migliora anche il funzionamento generale dei pronto soccorso.

Al di là delle sfide cliniche, Coen esplora la dimensione umanitaria della medicina d’emergenza, discutendo le difficoltà di curare una popolazione sempre più eterogenea che si rivolge ai servizi di emergenza italiani, comprese le barriere linguistiche e le differenze culturali. Sottolinea inoltre il crescente problema della violenza contro gli operatori sanitari, una tendenza che attribuisce alle ansie e alle frustrazioni della società.

Coen dipinge il pronto soccorso come un microcosmo della società italiana, uno spazio in cui si manifestano i problemi economici della nazione, le ansie sociali e i cambiamenti demografici.

Il libro si conclude con una nota di speranza. Coen vede infatti il pronto soccorso come “l’ultimo baluardo” della medicina pubblica, un luogo che rimane aperto a tutti, indipendentemente dalle disponibilità economiche. Sottolinea la necessità di investire nella formazione e nel sostegno del personale, sostenendo che non si tratta solo di professionisti del settore medico, ma anche di funzionari pubblici dedicati al benessere della comunità.

(Foto di Piron Guillaume su Unsplash)

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