Mentre lo scriviamo, questo articolo è già vecchio. Cose che succedono, quando si parla di fenomeni “social” della rete. Come il misterioso Spider Truman, che ha inaugurato la pagina Facebook dal titolo “I segreti della casta di Montecitorio”. Chi è costui? A suo dire, un ex impiegato alla Camera, precario per 15 anni e poi licenziato. La sua missione, quella di rivelare gli intrighi di Palazzo, sorta di vendetta contro quella casta che per lungo tempo ha approfittato della sua collaborazione senza offrirgli garanzie, godendo peraltro di una serie di privilegi che, ormai, i più conoscono bene. Sulla pagina in questione, al momento, non sono emerse verità sconvolgenti. O meglio, che le auto blu e le scorte siano prestate ad attività non istituzionali, come accompagnare la moglie del deputato a fare la spesa, son cose che dovrebbero farci rabbrividire. Che i deputati abbiano accesso a tariffe agevolat(issim)e per l’utilizzo di telefonini, dovrebbe farci infuriare. Ma sono notizie che non hanno più forza, perché, ormai, fanno parte di un sistema di privilegi al quale, se non rassegnati, ci siamo per lo meno abituati. Ciò che colpisce, della vicenda di Mr. Truman, è la risonanza riscossa dall’iniziativa. Nell’istante in cui scriviamo (11,51 di lunedì 18 luglio), le adesioni alla pagina Facebook sono 211.864. Controllate pure a quanto stanno mentre leggete, per farvi un’idea del ritmo di incremento.
Ci voleva questo caso per capire che la gente non ne può più? Non bastavano i milioni di copie venduti dal libro “La casta” di Stella e Rizzo? Non bastava il raggiungimento (meglio, lo sfondamento) del quorum allo scorso referendum? Non bastavano gli “indignados” nostrani? (Non li hanno solo in Spagna, sono anche da noi, ne parleremo.) A ventiquattr’ore dalla pubblicazione della pagina (un’eternità per questo tipo di fenomeni) ci si interroga già su chi stia dietro alle “rivelazioni” di Spider Truman. Forse si tratta di un esperimento di marketing? O qualcuno vuole sminuire le recenti campagne che dal web hanno portato ad azioni vere, come appunto quelle per la sensibilizzazione verso i quesiti referendari? Magari c’è dietro un nome grosso della politica, che si sta divertendo a prenderci in giro. Ormai li hanno fotografati quasi tutti, intenti a giocare faticose partite a solitario sui loro tablet d’ordinanza durante le sedute in Parlamento. Magari ci sono dietro Bossi, Casini o Bersani; o addirittura il presidente del Consiglio, che in questi giorni si è trincerato dietro un muro di silenzio, ufficialmente per non turbare i mercati. E ancora una volta dimostrerà di averci “gabbati” tutti, di averci fatto credere ciò che voleva, mentre dietro le quinte ride di noi. Lo scopriremo nelle prossime ore. Fossi nei panni di qualcuno della casta, inizierei a pensare alla controffensiva. Perché a un certo punto qualcosa bisognerà rispondere, e se non si hanno argomenti per smentire certe cifre, prima o poi ci si troverà stretti in un angolo. Nel frattempo, in pochi minuti, siamo già oltre i 215mila…