La televisione italiana è satura di talk show politici, un elemento imprescindibile della dieta mediatica del nostro paese. Questi programmi, che fondono informazione e intrattenimento, svolgono ancora un ruolo significativo nel formare l’opinione pubblica e il dibattito politico. Tuttavia, un recente studio ha evidenziato una discrepanza tra la selezione degli opinionisti presenti in questi programmi e gli esperti di cui il pubblico italiano si fida effettivamente.
Lo studio, che ha analizzato oltre 650 episodi di 12 popolari talk show italiani andati in onda tra settembre 2023 e marzo 2024, rivela uno schema chiaro: la maggior parte degli ospiti sono giornalisti e politici di mezza età di sesso maschile. Accademici, donne e giovani sono nettamente sottorappresentati. In particolare, i dati mostrano che il 72% degli ospiti sono giornalisti o politici. Gli scienziati sociali e gli studiosi di scienze umane rappresentano solo il 10% degli ospiti e, quando compaiono, sono spesso uomini anziani. Inoltre, lo studio ha rilevato che l’età media degli ospiti dei talk show è di 56 anni, superiore di otto anni all’età mediana degli italiani. Inoltre, tra gli ospiti c’è una forte maggioranza maschile, mentre le donne rappresentano solo il 23% dei giornalisti e il 25% degli studiosi di scienze sociali e umanistiche.
Per comprendere le preferenze del pubblico, i ricercatori hanno condotto un’indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana. I risultati hanno mostrato che gli italiani preferiscono opinionisti più giovani e di sesso femminile, in particolare quelli con competenze in economia o diritto. Il pubblico predilige anche commentatori percepiti come moderati o di cui non si conoscono le opinioni politiche. Questo risultato è in netto contrasto con le figure più anziane, maschili e spesso di parte che dominano i talk show politici italiani.
Dallo studio è emerso anche che, sebbene la competenza sia apprezzata, c’è una chiara preferenza per i commentatori che si allineano ideologicamente con lo spettatore. Quando si conoscono le tendenze politiche di un opinionista, gli spettatori tendono a preferire quelli che condividono le loro stesse opinioni. Anche l’origine geografica può giocare un ruolo nella fiducia: gli spettatori tendono a fidarsi di più degli opinionisti della loro stessa regione.
La ricerca suggerisce che il modo in cui vengono attualmente selezionati gli ospiti dei talk show politici italiani può essere influenzato da stereotipi e pregiudizi, favorendo coloro che vengono percepiti come dotati di tratti quali padronanza, assertività, competitività e capacità di leadership, come gli uomini più anziani. Questo non solo perpetua le disuguaglianze esistenti, ma ignora anche le preferenze di un segmento significativo del pubblico che vorrebbe vedere una maggiore diversità in termini di età, genere e background professionale. Questa discrepanza non riguarda solo le preferenze, ma rappresenta anche un potenziale problema per il dibattito democratico. Sottorappresentando alcuni gruppi e punti di vista, questi programmi potrebbero non riuscire a fornire la gamma diversificata di prospettive necessaria per una democrazia sana.
Lo studio solleva importanti interrogativi sul ruolo dei talk show politici italiani e se la loro priorità sia quella di fornire informazioni o semplicemente intrattenimento. Sebbene lo studio non spieghi esplicitamente il motivo di questo disallineamento, suggerisce che la ricerca di “ospiti prestigiosi” possa portare a dare la preferenza a volti noti rispetto a quelli effettivamente preferiti dal pubblico.
(Foto di Gaspar Uhas su Unsplash)
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