Come ogni anno in questo periodo sono usciti i primi risultati del Rapporto Coop 2021, in cui un campione rappresentativo della popolazione italiana viene intervistato su come si immagina l’anno che verrà.
Con un 2020 da incubo, la parola “speranza” era risultata quella più indicata a dicembre dello stesso anno per descrivere l’atteggiamento verso quello che stava per iniziare. Dopo un 2021 forse al di sotto delle attese, per così dire, è sempre la speranza a condurre la classifica, perdendo però 5 punti percentuali (dal 37 al 32 per cento), mentre sale il “timore” (dal 3 al 7 per cento). Stabile la voglia di “ripresa” (dal 15 al 16 per cento), mentre in leggera flessione quella di “cambiamento” (dal 19 al 15 per cento).
Si tratta di sentimenti comprensibili. Siamo tutti provati da una situazione sanitaria che ciclicamente sembra tornare verso un qualche tipo di normalità, ma che ancora condiziona pesantemente le nostre vite.
Sembra però che la pandemia abbia portato molte persone a rivalutare le priorità e gli equilibri delle proprie vite, e infatti molti individuano tra le urgenze «il prendersi cura di sè (57 per cento), cercare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata (56 per cento) e uscire dalla pandemia con l’ambizione di rivedere le proprie priorità (55 per cento) magari costruendosi una nuova vita (21 per cento). C’è anche chi guarda oltre e un buon 29 per cento del campione – quindi quasi un italiano su 3 – pensa nel 2022 di cambiare lavoro immaginando questa decisione come il giusto viatico per il suo nuovo futuro». Negli Stati Uniti il fenomeno delle “grandi dimissioni” sta avendo un impatto piuttosto evidente sul mercato del lavoro, almeno nell’immediato. Anche in Italia se ne inizia a parlare, anche se è soprattutto la ripresa occupazionale che sta dando una spinta all’occupazione, che ha subito una contrazione più grave che in altri paesi durante la pandemia (nonostante il prolungato “blocco dei licenziamenti”).
Tra le “buone” notizie c’è il fatto che per gli italiani il cambiamento climatico è entrato a tutti gli effetti tra le principali emergenze da affrontare a livello globale. «Dopo Cop26 e i vari disastri ambientali del 2021, il climate change è considerato dagli italiani un problema più grave di quanto non pensi l’opinione pubblica (78 per cento) e gli Stati di tutto il mondo devono porvi rimedio con la massima urgenza (82 per cento). Nell’attesa, il 97 per cento si dice disposto a cambiare almeno alcune delle proprie abitudini. Tutti, però, sono ancora alla ricerca di concrete soluzioni pratiche per rendere più sostenibile la loro vita quotidiana; sono disposti a acquistare lampadine a basso consumo (pensa di farlo l’80 per cento del campione), eviterebbero gli sprechi alimentari (61 per cento), ma solo il 18 per cento rinuncerebbe alla lavastoviglie, il 15 per cento sceglierebbe l’usato e appena il 14 per cento ridurrebbe l’uso della lavatrice».
Non bisogna però dimenticare che il grosso delle emissioni arriva dalla produzione di energia attraverso fonti inquinanti. Il messaggio va rivolto quindi ai capi di stato e all’Unione europea affinché incrementino i propri sforzi, fin qui troppo timidi, per spostare la produzione su fonti rinnovabili e raggiungere il prima possibile la neutralità carbonica.
La disabitudine degli ultimi due anni nel prendere parte a eventi culturali, e la contemporanea disponibilità di prodotti da consumare a casa propria, in piena sicurezza, fa sì che in molti prevedano di restare in questa modalità domestica, piuttosto che riprendere a frequentare cinema e sale da concerto: «Gli italiani nel 2022 tagliano su ristoranti e bar (il saldo tra chi ci andrà di più e chi lo farà di meno è -13 per cento), concerti e spettacoli (-12 per cento), cinema (-10 per cento), teatri e musei (-9 per cento). Preferite le soluzioni fruibili da casa (film, ecommerce, smart working)».
Si tratta di previsioni, dettate dallo stato d’animo attuale. Vedremo se, nel caso in cui nei prossimi mesi le cose dovessero mettersi meglio dal punto di vista pandemico, le persone ritroveranno la fiducia e la voglia di tornare alle vecchie abitudini di socialità.
(Foto di ???? cdd20 su Unsplash )
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