Nelle scorse settimane si è finalmente sbloccato il processo contro le persone sospettate di avere torturato e ucciso il ricercatore Giulio Regeni nel 2016, quando si trovava in Egitto per i suoi studi. L’ostacolo principale all’inizio del processo era la mancata collaborazione delle autorità egiziane, che anzi da tempo mettono in campo diverse strategie per fare ostruzionismo. La ricostruzione del Post.
Una nuova sentenza della Corte Costituzionale permetterà di riprendere il processo sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016. Il processo ha come imputati quattro agenti dei servizi segreti egiziani, tutti accusati di omicidio e altri reati, ma era bloccato per via dell’impossibilità di reperire gli imputati e notificare loro gli atti processuali, un prerequisito fondamentale secondo la legge italiana. La ragione principale per cui i quattro agenti erano irreperibili è l’ostruzionismo dell’Egitto, che non ha mai fornito all’Italia le informazioni necessarie a rintracciarli.
Sono anni che le autorità egiziane cercano in tutti i modi di rallentare e fuorviare le indagini sull’omicidio di Regeni: ora stanno cercando di impedire che si celebri il processo, o quanto meno di rallentarlo. Questi tentativi di occultamento e depistaggio sono stati negli anni di vario tipo: dalla pubblicazione di informazioni e documenti falsi alle banali tattiche processuali per allungare i tempi di un procedimento giudiziario. È anzi molto probabile che, ora che la Corte Costituzionale italiana ha sbloccato il processo, l’Egitto proverà qualche altra tattica.
Regeni, dottorando dell’università di Cambridge, fu ucciso tra fine gennaio e inizio febbraio del 2016 al Cairo, dove si trovava per fare alcune ricerche sui sindacati di base. L’Egitto è un paese non democratico, dove il generale Abdel Fattah al Sisi governa in maniera autoritaria e dove tutte le attività associative che non sono sotto il controllo dello stato sono sorvegliate e viste con sospetto, compresa quella dei sindacati.
(Foto di Alisdare Hickson su flickr)
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