Alcuni giorni fa è circolata la notizia di uno studio che, nelle sue considerazioni finali, suggeriva che alcuni tipi di collutorio siano efficaci nel rendere inattivo il coronavirus. Le cose non stanno proprio così. In altri articoli abbiamo smontato diverse bufale sul coronavirus, soprattutto grazie al sito dell’Organizzazione mondiale della sanità, attenta a monitorare il dibattito pubblico sulla pandemia e a pubblicare smentite e precisazioni quando lo ritiene opportuno. Stavolta la notizia non è circolata in qualche gruppo Whatsapp di complottisti, bensì nel mondo scientifico. E in effetti non dicono una cosa del tutto falsa gli autori di un recente studio, quando affermano che il collutorio è efficace nel disattivare “il coronavirus”. Bisogna specificare però che l’esperimento è stato fatto in laboratorio e non coinvolgendo dei volontari, e soprattutto che non il test non è stato condotto sul SARS-CoV-2, il virus responsabile del Covid-19, bensì su un altro esemplare della famiglia dei coronavirus. Ciò che ha portato lo studio ad avere una certa eco è però una dichiarazione contenuta nelle conclusioni dove, come spiega Katherine Wu sul New York Times, si dice che i prodotti di igiene orale usati dai ricercatori “potrebbero fornire un livello aggiuntivo di protezione” anche contro il nuovo coronavirus. Tale dichiarazione è stata accolta con grande scetticismo dalla comunità scientifica. Il virus osservato per la ricerca era il 229E, responsabile della normale influenza. Si tratta di un virus anatomicamente simile al SARS-CoV-2, dunque interessante da osservare sotto certi aspetti, ma, ha sottolineato la virologa Angela Rasmussen, a patto di non considerare i due intercambiabili. Gli scienziati coinvolti nello studio hanno provato gli effetti di diversi prodotti sul virus, tra cui appunto alcuni collutori. Si è visto che dopo l’esposizione al liquido, il virus perdeva tra il 90 e il 99 per cento delle possibilità di infettare altre cellule. Ma nessun volontario è stato coinvolto per provare l’effetto degli sciacqui sulla contagiosità del virus. Il corpo umano è ben diverso da un laboratorio, e nel nostro cavo orale si trovano molti altri elementi che potrebbero influire sull’efficacia del collutorio. Inoltre, se il virus ha cominciato a riprodursi in un organismo, continuerà a farlo anche se si riuscisse a disattivare momentaneamente le cellule che sono in bocca in quel momento. La produzione di saliva avviene continuamente, e questo creerebbe le condizioni per proseguire la riproduzione e diffusione del virus. Inoltre i virus che hanno già trovato rifugio all’interno di altre cellule più resistenti saranno immuni agli effetti della sostanza.
Non si tratta peraltro di una grossa novità. Fin dall’inizio della pandemia ci viene ripetuto di lavare spesso le mani col sapone, proprio perché è noto che questo e altre sostanze (come l’alcol) sono in grado di rompere la fragile membrana che costituisce il livello più esterno del virus. E poi c’è il solito problema che riguarda un po’ tutti i rimedi “fantasiosi”: rischiano di dare una sensazione di sicurezza basata su presupposti falsi, e quindi di disincentivare comportamenti invece efficaci come il distanziamento fisico, l’uso della mascherina, lavare spesso e con attenzione le mani. Insomma, continuate pure a usare il collutorio per proteggere le vostre gengive, ma scordatevi che possa in qualche modo proteggervi dal coronavirus.
(Foto di Nick Fewings su Unsplash)