È ormai piuttosto acclarato che un alto consumo di carne, oltre a essere sconsigliato per la salute (soprattutto se parliamo di carni rosse), abbia un altissimo impatto ambientale. Si parla meno però del pesce.

Come spiega un articolo su The Conversation, il consumo annuale di pesce pro capite è quasi raddoppiato negli ultimi 50 anni, passando da 10,8 kg nel 1970 a 20 kg nel 2021. È cresciuto in modo esponenziale in Cina, dove in media una persona mangiava 4,6 kg nel 1970 e 39,9 kg nel 2021, ed è cresciuto in modo significativo anche nell’UE, dove il consumo annuale è aumentato del 40%, passando da 16,6 kg a 23,4 kg nello stesso periodo. L’Italia ha avuto un aumento molto più pronunciato rispetto alla media europea in termini percentuali. Partiva infatti da un valore più basso della media (13,5 kg) e si è assestata nel 2021 su un valore più alto (29,5 kg), con un aumento del 118%.

L’articolo su The Conversation suggerisce che una buona scelta, sia per la salute che per l’ambiente, potrebbe essere concentrarsi sul cosiddetto “pesce azzurro”. In questa categoria ricadono pesci con una percentuale di grasso superiore al 5-6% della massa muscolare: sardine, tonno bianco (simile al tonno rosso, ma più piccolo), sgombro e suro sono alcuni degli esempi più noti.

Il pesce azzurro fa parte del patrimonio culturale di molti paesi. In Spagna, ad esempio, le sardine sono parte integrante della festa di San Juan a giugno, mentre la stagione di pesca costiera del tonno rosso è anch’essa tradizionalmente seguita a causa della migrazione stagionale dei pesci alla ricerca di acque ricche di nutrienti e di temperature adatte alla riproduzione e all’alimentazione.

A livello nutrizionale, spiega l’articolo, il pesce azzurro si distingue per tre importanti componenti:

  • Acidi grassi polinsaturi omega-3, che possono contribuire a proteggere dalle malattie cardiovascolari e da altre patologie.
  • Peptidi – molecole proteiche composte da due o più aminoacidi – che hanno diversi benefici per la salute, come la prevenzione o il trattamento di patologie come l’ipertensione, il diabete e l’obesità.
  • Elevato contenuto di vitamine (in particolare A, D ed E) e altri micronutrienti come magnesio, selenio e iodio.

Nella dieta mediterranea (un concetto che, a dispetto del nome, è stato elaborato da due scienziati statunitensi negli anni ‘70 del secolo scorso) il pesce svolge un ruolo importante, e può quindi essere interessante orientare la propria alimentazione verso un consumo di pesce più sostenibile.

Il metodo più comunemente utilizzato per la cattura del pesce azzurro è la pesca con la “sciabica” (una rete a strascico per pesci piccoli, azionata a mano), una delle tecniche di pesca più ecologiche oggi in uso. Questi i principali vantaggi secondo l’articolo:

  • Produce poca o nessuna cattura accessoria (la parte indesiderata del pescato che non viene conservata e viene rigettata in mare): poiché questa tecnica consiste nel circondare un banco di pesci con una rete per catturarli, essa mira accuratamente alle catture desiderate, il che significa che non intrappola o danneggia altre specie, contribuendo così a proteggere la biodiversità.
  • Tenendo conto di tutte le fasi di produzione, l’impronta di CO2 complessiva è una delle più basse tra tutte le fonti di proteine alimentari. La pesca del suro, ad esempio, produce emissioni equivalenti a 550 g di CO2 per 100 g di proteine in media, mentre le sardine producono 646 g di CO2 per 100 g di proteine. Questo dato mette il pesce azzurro alla pari con i prodotti lattiero-caseari, le verdure e i legumi, e al di sotto della maggior parte della frutta e della carne.

Ovviamente anche un consumo eccessivo di pesce è problematico a livello ambientale, soprattutto se si tratta di alcune specie catturate in ambiente aperto: platessa, aragosta, gamberi, vongole, gamberi (sia selvatici che allevati). Le altre specie principali hanno tutte un’impronta carbonica inferiore a quella del pollo.

Data l’importanza di un corretto apporto di proteine nella nostra dieta (parti a circa 0,8 grammi per chilo di peso corporeo al giorno per gli adulti), il consumo di pesce azzurro può offrire una buona alternativa alla carne, che fa bene alla salute e all’ambiente. A meno che non si vogliano fare scelte più radicali come quella vegetariana e vegana.

(Foto di Mari Helin su Unsplash)

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